Storia di Roma di Ettore Pais
LA " CIV1TAS SINE SUFFRAGIO « DEI CERITI
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Da tutto ciò si ricava un'altra prova indiretta che nel 306 i Fondani, i Formiani, i Sidicini e i Campani non erano ancora diventati " cives Romani sine suffragio „. Dal complesso di quanto abbiamo prima esposto risulta del pari che Roma, verso il 306, allorquando per dichiarazione della tradizione comune si assoggettò gli Ernici, non era ancora signora di tutto il Lazio. Che se i Latini in base ad un " foedus aequum „ continuarono ad essere alleati anche dopo la battaglia eli Veseris (verso il 340 a. C.), non v'è motivo di pensare diversamente rispetto ai Formiani, ed ai Fondani, che disponevano di una delle due vie che congiungeva Roma con Capua. (L) Con maggior ragione deve infine supporsi che abbiano continuato a mantenere la loro semi-indipendenza i Campani e con essi quei Sidicini che, secondo ogni probabilità la serbarono sin verso l'età di Pirro. (-)
LTn complesso di notizie relative alla storia interna della Città ci guida a risultati dello stesso genere e non meno notevoli.
A proposito dell'anno 331 si racconta che per la prima volta in Roma si scoprirono avvelenamenti fatti dalle matrone, fra le quali, emergono sinistramente una Cornelia ed una Sergia. Indice di tali delitti è una ancella, che le colpevoli denuncia all'edile curule Q. Fabio Massimo; e, dopo una pubblica inchiesta, dai magistrati sono condannate centosettanta matrone. (9) Ma anche nel 299, secondo gli annalisti Licinio ed Elio Tuberone, contraddetti del resto da altri più antichi autori, un Q. Fabio Massimo avendo rinunziato al consolato, che accettò poi per il 297 e per il 295 a. C., sarebbe stato eletto edile curule; e nel 295 il figlio di lui, evi-
(') E ovvio il confronto fra il contegno che i Romani dovettero tenere verso i Formiani ed i Fondani (che a confessione dello stesso Livio, VIII, 14, 10, furono premiati con la cittadinanza senza diritto di suffragio: * quod per fines eorum tuta pacataque semper fuisset via „), con quello che i Romani già potenti mantennero verso i Tauromenitani, che dominavano la via marittima fra Messina e Catania, ai qnali del celebre Marcello fu confermato il w foedus „ App. b. Sic. 5; Cic. Verr. a. s. V, 50; cfr. le mie Osservazioni s. storia e s. annnin. d. Sicilia (Palermo, 1888;, p. 29.
(2) V. s. p. 229 sgg.
O Liv. Vili, 18, 6; Val. Max. II, 5, 3; cfr. Oros. Ili, 10, 3, che per errore ha 370.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (360/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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