Storia di Roma di Ettore Pais
310 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
l'autorità, della reverenza e timore, che incuteva il " paterfamilias „ alla moglie, che egli teneva u filiae loco, „ che solo si può intendere per i tempi successivi della inquisizione sui baccanali e sui venefìci puniti dal pretore Menio (186 a. (J.) Ciò che è naturale per il principio del II secolo, allorché i costumi stranieri avevano già trasformata la coscienza romana, riesce affatto incomprensibile per il tempo delle guerre sannitiche, in cui era vivo il ricordo delle donne fatte morire d'inedia per aver osato aprire gli scrigni, ove erano custodite le chiavi della " cella vinaria, „ (*) e per gli antenati di quello Spurio Carvilio, che nella seconda metà del III secolo, secondo una tradizione assai diffusa, avrebbe dato il primo esempio di divorzio. (2)
Abbiamo teste constatato l'evidente anticipazione per il IV secolo di fatti avvenuti nel III o nel II. Non è quindi strana la domanda: se codesto numero di centossettanta matrone, non sia stato anch'esso suggerito da quei centosettanta Campani che nel 210 a. C. avendo deliberato di attaccare un incendio presso Capua, ven-
(!) Fab. Pict. apd Plin. NH. XIV, 89 = fr. 27 P.
(2) L'essenza dell' * iudicium doinesticum „ è nota. Anche nel 186 a. C., allorquando si fece l'inchiesta sugli iniziati ai baccanali, le donne vennero consegnate: u cognatis aut in quorum manu essent... ut ipsi in privato animadver-terent in eas, „ e solo ove non vi fosse stato un: tt idoneus supplicii exactor, in publico animadvertebatur, „ Liv. XXXIX, 18, 6. Che questo costume ricordato da Fabio Pittore (v. n. prec.), fosse durato a lungo, apprendiamo da Dionisio, II, 25; (cfr. Cic.prò Caelìo, 14, 38). Ciò mostra anche quanto si racconta su Postumio, il console del 154 a. C., e su Claudio Asello, uccisi con veleno dalle loro mogli, le quali: 14 cognatorum decreto necatae sunt, „ Liv. ep. XLVI1I; Val. Max. VI, 3, 8, sebbene in cotesto caso già si accenni (come per la morte di Calpurnio, il console del 180, che si disse avvelenato dalla moglie Ostilia, Liv. XL, 87; alla u pubblica quaestio „; cfr. anche Liv. XXV, 2, 8 ad a. 213 a. C. E noto come di tal giudicio domestico si trovi traccia sino all'impero, v. Suet. Tib. 35; Tac. ann. XIII, 32. Rispetto ai figli lo vediamo in pieno rigore ancora alla fine del II secolo a. C., v. ad es. s. p. 108, per un Manlio Torquato; si pensi al Fabio ucciso dal padre verso il 112 a. C., Oros. V, 16, 8.
Intorno al u parricidium, „ ed al tempo ed al modo con cui, rispetto alla punizione dei delitti, si passò dal giudizio privato all'intervento dello Stato, ed intorno ai divorzi di Sp. Carvilio, e di L. Annio, discorrerò nel voi. sg. Circa altre notizie sospette, come le colpe delle Vestali romane durante questo periodo, rimando al volume di complemento.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (363/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Menio Spurio Carvilio Campani Capua Fab Plin Liv Fabio Pittore Dionisio Caelìo Postumio Claudio Asello Liv Val Calpurnio Ostilia Liv Liv Tac Manlio Torquato Fabio Oros Stato Annio Vestali Cic Suet Tib Rispetto Carvilio
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