Storia di Roma di Ettore Pais
318 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
rito rispetto al dittatore eletto in codesto anno per causa eli pestilenza e sul chiodo capitolino infisso in tale occasione viene pure in appoggio alle nostre conclusioni. (l)
Per l'anno successivo (330 a. C.) ci è detto che nel Circo vennero per la prima volta fatti i " carceres Ora noi sappiamo che ciò si compiè solo nel 174 a. C. Cosi rispetto al 296 od agli anni immediatamente anteriori, sono riferiti alcuni provvedimenti rispetto alla via Appia, per quel tratto che dalla porta Capena giungeva sino al tempio di Marte, che non sono anteriori al 174 a. C. (*) In breve, gli avvenimenti attribuiti al 331-330 circa a. C. e riprodotti per il 299-291 appartengono agli ultimi secoli della repubblica. Sicché per altre vie arriviamo sempre a quei medesimi risultati, ai quali eravamo già pervenuti, allorché constatammo che le istituzioni e le riforme dei ludi scenici o dei ludi Romani appar-
tores simt — proditum falso esse cet, „ non si ricava se delle sue fonti alcune tacessero solo il fatto od anche polemizzassero contro chi lo raccontava. Parrebbe naturale pensare che i più antichi annalisti non riferissero questo racconto; ma non abbiamo modo di affermarlo e di escludere l'opposto. Livio, che in qualcuno di questi casi suole riferirsi come a termine di confronto all'opinione degli antichissimi annalisti, rispetto all'avvelenamento delle matrone si limita ad esprimere il desiderio che il fatto non fosse vero, senza accennare a nessun criterio che potesse sorreggerlo nell'abbracciare piuttosto una versione che l'altra. Non è certo un criterio ragionevole quello che è espresso nelle sue parole, ove raccontando l'aneddoto dice: tf sicut tamen proditur res, ne cui auctorum fidem abroga verini, exponenda est Da queste ultime parole dopo tutto potrebbe ricavarsi che questa versione stilla data della più antica " questio „ sul veneficio, che è anche riferita da Valerio Massimo, II, 4, 3, era accettata da annalisti degni di considerazione e non solo da quelle fonti recentissime come Valerio Anziate, Licinio e Claudio Quadrigario, contro le quali Livio talora suole appunto polemizzare. Da Livio, Vili, 18, si ricava del pari che era incerto il cognome di uno dei consoli del 331 a. C. Sulla pestilenza del 331 v. anche Oros. Ili, 10, 2.
(l) V. oltre al cap. IX.
(") Liv. Vili, 20, 1 : u carceres eo anno in circo primum statuti „ ; cfr. XLI, 27, 5 : * censores vias sternendas silice in urbe, glarea extra urbem sub-struendas marginandasque primi omnium locaverunt, pontesque multis locis fa-ciendos; et scaenam aedilibus praetoribusque praebendam et carceres in Circo cet. „ Sulla k semita „ che u saxo quadrato „ sarebbe stata sternita: u a Capena porta ad Martis „ sino dall'anno 296 a. C. (Liv. X, 23, 12), come intorno alle sicure ed incontrovertibili anticipazioni relative alla costruzione della via Appia, rimando al cap. sg.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (365/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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