Storia di Roma di Ettore Pais

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      L'ELENCO DELLE CITTÀ LATINE DEL IV SECOLO.
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      anche esso a farci comprendere quale fu la lega che su nuove basi si costituì in seguito alla guerra latina combattuta nella seconda metà di codesto secolo.
      presente) ci fa toccare con mano con quanta facilità anche in documenti ufficiali si accogliessero tarde ed arbitrarie restituzioni ed anche falsificazioni.
      Perchè in tale elenco figurino alcune località come Corbione e Tellene, che la tradizione suppone già prese e distrutte in età anteriore, mentre non si fa menzione di località con Medullia, Crustumerio etc., non siamo più in grado di stabilire, tanto più che la tradizione durante le molte fazioni guerresche fra Latini e Romani, che trasporta in età mitiche o per lo meno semistoriche, non fa ricordo di molte delle città dei Prisci Latini. E però chiaro che, mentre alcuni popoli, per motivi che ignoriamo, riuscirono a mantenere la loro voce nel concilio latino, altri la perdettero e furono assorbiti o da Roma o da qualche altra città latina limitrofa, più potente. Va poi notato che alcuni dei nomi di Dionisio paiono corrotti. Sotto la forma Kópvtov è probabile intendere i Corani. I opxcv£is sono a noi sconosciuti, e ci è pure ignoto il popolo dei Bo>j{3svxava)v. Ci attenderemmo invece menzione di Boia; e poiché si ricordano i Satricani, ci aspetteremmo nell'elenco anche gli Antiates, tanto più, che, secondo Dionisio, IV, 49> furono tra i popoli Volsci che con gli Ecetrani aderirono alla lega latina al tempo di Tarquinio il Superbo.
      E ovvio ad ogni modo collegare Pelenco delle trenta città di Dionisio con i trenta nòp^oi che, secondo Licofrone, 1255, avrebbe fondato lo stesso Enea dal numero dei porcellini della * troia sus Senonchè ivi si dice che Enea si sarebbe spinto sino ad Aiete ed al porto Argo da un lato, dall'altro alla palude <ì>ópxy]$ MapaiornSos dove era il Tixomóv xs yeOfxa (così i testi, ed erroneamente, come appare da quanto qui aggiungo). Con ciò si accenna evidentemente per una parte a Gaeta e per l'altra a quanto si dice da Plinio. XXXI, 41 : " vocabatur (i. e, aqua Marcia) haec quondam Aufeia (Alfeia? = AXcpstó$ = Al-bunea?), fons autem ipse Pitonia. (cfr. Vie. Seq. s. v. p. 150 R) oritur in ultimis montibus Paelignorum, transit Marsos et Fucinum lacum, Romam non dubie pe-tens, mox in specus mersa in Tiburtina se aperit novem milibus passuum for-nicibus structis perducta . primus eam in urbem ducere auspicatus est Ancus Marcius unus e regibus, postea Q. Marcius rex in praetura cet. „ Licofrone non ha solo in mente il Lazio che giungeva sino a Circei, cfr. Plin. XII. III, 56, ma anche quello che da Circei e da Tarracina, a seconda dei vari autori, o per dir meglio delle diverse età, si considerò giungesse sino a Sinuessa, Plin. ib. 59, ovvero da Fondi sino al Volturno, Serv. ad Aen. I, 6; cfr. Mel. II, 4, 40, oppure si fissò alle foci del Liri, Ptol. III, I, 6, 63. In altri termini Licofrone ha presente l'estensione della potenza romana sino al paese dei Marsi; estensione che fu raggiunta verso il 306 e forse qualche anno dopo. Del resto nel passo di Licofrone, confrontato con quello di Plinio, pare si accenni all'acquedotto dell'acqua Marcia (144 a. C.) Ciò non vedo come si possa conciliare con la teoria del Wilamowitz, messa in onore anche dal Geffcken, Timaios'Geographie, ossia che i versi del-


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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