Storia di Roma di Ettore Pais

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      334 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETCE pertanto naturale che Dionisio, discorrendo della costituzione delle feste in onore di Giove Laziare sulla cima del monte Albano al tempo di Tarquinio il Superbo, dica che questa durava sino ai
      l'Alessandra, in cui si parla di Roma, anziché una posteriore interpolazione siano derivati da Timeo.
      Delle città latine abbiamo ancora i seguenti elenchi: 1° di Diodoro: 2° dell'Orbo gentis Romanae; 8° delle città riconoscenti l'egemonia di Tuscolo; 4° quello di Plinio; 5° infine abbiamo la serie delle città conquistate da Corio-latio. La fonte di Diodoro VII, 5, 9 (= Euseb. chron. I, p. 287 Schoene) dice che Silvio Latino: u nrbes antiquas, quae antea Latinorum vocabantur XVIII condiditGabii Tnscnlum
      TiburamPraen estuili
      IvabiosTiskalum
      KoramKometiam
      LanuviumLabikam
      ScaptiamSatrikunì
      Tenendo conto della formaArkiani Telenam
      Aricia Telleue
      Okostomeriam = Crustumerinm
      Suessa Pometia
      Kaeninum Phlegenam
      Km e ri nm Medi pi iti ni Boilum, quamvocant
      - Caenina = Fregenae ? = Camelia
      = Medul liumnonnulli Bolam
      Ivabios „ si sarebbe tentati di fare l'osserva-
      zione inversa a quella che il Mommsen giustamente ricavò dall'elenco di Dionisio, ossia pensare che Diodoro avesse avuto un testo latino in cui la forma C fosse ancora usata per designare la lettera G. Ma la nota storia della sigla C = G(aio ci insegna che sarebbe vano insistere su un tal argomento. Per giunta l'aggiunta su Boilum: u quam nonnulli Bolam vocant „ ossia la confusione di Bovillae con Boia, che dallo stesso Diodoro, XIII 42; XIV, 117, è detta città degli Equi; cfr. Liv. VI, 2, lascia in dubbio se nell'estratto di Diodoro, o se nelle fonti di costui si facesse realmente menzione di tutte 18 città, o se noi non si abbia piuttosto un parziale estratto di Diodoro e dell'elenco delle 30 città.
      La mancanza di città come Velitrae, Norba, Setia, Circei, la presenza invece di Pometia, potrebbero far credere antico questo documento e far pensare che tale elenco sia simile a quello di Dionisio. Ma il fatto che mancano Ardea e persino Lavinio e Laurento, mentre si ricordano Tibur e Preneste, lascia supporre che, o il documento di cui Diodoro si valse non avesse un grande valore, ovvero che ci sia giunto un estratto mutilo, sia per colpa di Diodoro (che seguirebbe in ciò il suo costume), ovvero del suo epimatore. Non è infatti escluso il caso che anche egli si sia espresso'su per giù come l'autore deWOrigo gentis Romanae, 17, che dopo aver ricordato soltanto: u Praeneste, Tibur, Gabi, Tuscu-lum, Cora, Pomezia, Locri (Labici?) Crustumium, Camelia, Bovillae „ aggiunge: u ceteraque oppida circumquaque


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Dionisio Giove Laziare Albano Tarquinio Superbo Alessandra Roma Timeo Diodoro Orbo Romanae Tuscolo Plinio Corio-latio Diodoro VII Euseb Schoene Silvio Latino Latinorum Tnscnlum Telenam Telleue Crustumerinm Pometia Phlegenam Medi Boilum Fregenae Camelia Bolam Mommsen Dionisio Diodoro Boilum Bolam Bovillae Boia Diodoro Equi Diodoro Diodoro Velitrae Norba Setia Circei Pometia Dionisio Ardea Lavinio Laurento Tibur Preneste Diodoro Diodoro WOrigo Romanae Praeneste Tibur Gabi Tuscu-lum Cora Pomezia Locri Labici Crustumium Camelia Bovillae Liv