Storia di Roma di Ettore Pais
336 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
del Superbo anche rispetto ai vinti Latini, si attribuisca quel medesimo contegno che vediamo lodato a proposito delle vittorie ro-
6. Bubetani (i Bubentani di Dionisio)
7. Bolani
8. Cusuetani (i Carventani di Dionisio?)
9. Coriolani
10. Fidenates
11. Foreti (forse i ^opxtvsig di Dionisio?)
12. Hortenses
13. Latinienses (cfr. Cic. de har. resp. 10, 20)
14. Longulani
15. Manates (ignoti)
16. Macrales (ignoti)
17. Munienses(iCastrimonienses? Plin.
NH. III, 63)
18. Numinienses (ignoti)
19. Olliculani (ignoti)
20. Octulani (ignoti)
21. Pedani
22. Polluscini (secondo i cod. Pole-taurini)
23. Querquetnlani
24. Sicani
25. Sisolenses (suppongo vada letto Siculeuses)
26. Tolerienses
27. Tutientes (dal fiume Tutia, Liv.
XXVI, 11)
28. Vimitellari (ignoti)
29. Velienses (ignoti)
30. Venetulani (ignoti)
31. Vitellenses (ovvero Vicellenses cdd.
DFR.)
Plinio conclude: a ita ex antiquo Latio LUI populi interiore sine vestigiis n e poco dopo dice : 14 praeterea auctor et Valerius Antias oppidum Latinorum Apiolas captuin a L. Tarquinio rege, ex cuius praeda Capitolium is inchoaveritIl primo elenco delle città distrutte prova che Plinio attinse a fonti d'indole storica-antiquaria. Cosi solamente si spiega la menzione di a Antipolis quod nunc Ianiculum, „ cfr. Dion. Hal. I, 73, e della città Saturnia. Quali siano state queste fonti non è agevole determinare in ogni singolo caso, perchè, come provano le varie citazioni di Plinio, per questo rispetto egli attinge tanto a Catone ed a Varrone quanto a Valerio Anziate ed a Muciano.
La serie alfabetica che tien dietro ha invece origine differente, e ciò mostra l'indicazione dei Sicani e Siculeuses, i quali sono i Siculi cacciati dagli Aborigeni (v. s. parte I, p. 141 sgg.) Il confronto di questo elenco con le altre parti della geografia pliniana prova che Plinio ha contaminato due liste; e perciò anche nell'alfabeto vediamo ricordati i Fidenates, i Foreti, i Munienses, sebbene poco prima già li avesse in parte rammentati (per i Forentani ed i Castrimouienses III, 64, per Fidene v. III, 107). Dalle parole * et cum iis carneui in monte Albano soliti accipere „ non è lecito ricavare nessuna conseguenza storica particolare. Plinio parte dal concetto che tutti gli antichissimi comuni del Lazio avessero preso parte alle ferie latine; e può darsi ciò fosse vero. Ma è pur chiaro che allorché Preneste, ad es., cominciò a parteciparvi, seppure non furono esclusi gli otto oppidi che da essa dipendevano (v. s. p. 110 sgg.), questi ultimi non vi ebbero nò voto uè voce, ma erano rappresentati dai Prenestini stessi. Ciò vale anche per le località che venivano ad essere comprese nella pertica di Tibur, di Tuscolo, e delle altre città che continuarono ad avere u rem publicain „.
| |
Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
|
Pagina (383/795)
|
da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Superbo Latini Bubetani Bubentani Dionisio Bolani Cusuetani Carventani Dionisio Coriolani Dionisio Castrimonienses Siculeuses Tutia Liv Vicellenses Latio LUI Valerius Antias Latinorum Apiolas Tarquinio Capitolium Plinio Antipolis Ianiculum Saturnia Plinio Catone Varrone Valerio Anziate Muciano Sicani Siculeuses Siculi Aborigeni Plinio Fidenates Foreti Munienses Forentani Castrimouienses III Fidene Albano Lazio Preneste Prenestini Tibur Tuscolo Plin Cosi Dion Hal Plinio
|