Storia di Roma di Ettore Pais

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      338 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
      tutte le selve presso al mare, e che fondò quella colonia di Ostia, che pare vada invece riferita al secolo IV. (*)
      Riconoscendo che la storia del IV secolo valse ad inventare la pseudo storia del V, che la grande guerra Latina giovò ad imbastire quella del tempo di Tarquinio e della battaglia del Iago Regillo, acquista valore e significato un altro complesso di indicazioni, che, mentre ripugna al principio del V secolo, conviene alla tarda età di cui discorriamo. Cosi si spiega il fatto che, discorrendosi della guerra latina del V secolo, si accenna alla fondazione della colonia di Signa, la quale, stando a dati numismatici abbastanza eloquenti, è invece da enumerarsi fra le città fondate dalla confederazionequello degli aiuti che ai primi inviarono i Chiusini, gli Aretini, i Volterrani, i Rnsellani ed i Vetuloniensi, Dion. Hal. Ili, 51. Tralascio di discutere le ingenue opinioni di quei critici, i quali in tutto ciò sono disposti a vedere notizie anteriori e relative all'età regia, e noto solo che esse nou convengono nemmeno a quanto la tradizione romana dice rispetto alla guerra dei Latini nel 840-338. E ciò per la semplice ragione che Roma (ove anche si accettino i dati della tradizione comune relativa al IV secolo), non entrò in relazioni amichevoli od ostili con Arezzo prima del 310 a. C., ossia del passaggio della selva Ciminia, che dette poi occasione a battaglie anche con questo popolo, Liv. IX, 37; Diod. XX, 36. E quindi assurdo a fortiori „ pensare a rapporti ostili con i Rusellani ed i Volaterrani, prima che fossero vinti i Tarquiniensi ed i Ceriti. Tali popoli si ricordano infatti solo a proposito del 302 ovvero del 298, Liv. X, 4, 5; 12, 4. Sul che v. al cap. sg.
      Gli antichi rapporti esistenti fra l'Etruria e Roma, a partire dal V secolo, paiono rispecchiarsi nel mito di Enea giunto dall'Etruria e di Mesenzio di Cere. 11 mito però che mette in relazione Enea con Pisa, Lycophron. v. 1241 sqq.; Verg. Aen. X, 175 sqq., accenna a relazioni fra Roma e Pisa, che anche più tardi troviamo città federata. Ma queste relazioni non siamo autorizzati a reputare più vetuste della fine del IV, e forse anche del principio del III secolo.
      (*) Cic. d. r. p. II, 18, 33: * qui (i. e. Ancus Marcius) cum Latinos bello devicisset, adscivit eos in civitatem, atque idem Aventinum et Caelium montem adiunxit urbi quosque agros ceperat divisit et silvas maritimas omnis publi-cavit. cfr. Liv. I, 33; Dion. Hal. III, 38 sqq. Cfr. s. parte I, p. 307; v. s. p. 131. Del resto basterà appena ricordare che la tradizione fa da Anco Marcio congiungere stabilmente il Gianicolo alla Città; ciò che, come mette in rilievo il Richter, die Befestigiuig des Janicidiun (Berlin, 1882 progr.), non potè avvenire prima della assai tarda età in cui le sponde del Tevere vennero stabilmente congiunte con un ponte di pietra. Così a Servio Tullio fu attribuita la legge Petelia sui * nexi, „ (Dion. Hal. IV, 13, v. s. p. 286 n., s. p. 287).


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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