Storia di Roma di Ettore Pais

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      344 CAP, VII. - DALL INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
      Non sarà tuttavia inopportuno rammentare come in grazia di questo spostamento di fatti, che contribuì alla formazione di racconti fantastici, i quali più tardi assunsero il carattere di storia prammatica, sorse la leggenda di Turno di Ardea o di Corioli, che, ai tempid. 1. rép. rom? II, p. 379 sg.) va cercata nella pianura sottostante a Tuscolo, dove la cavalleria potesse muoversi e che in pari tempo non fosse eccessivamente distante da Roma. Fra tutte le ipotesi emesse, parrebbe degna di qualche considerazione quella che per ultimo fu accettata dal Nibby, analisi, IIP, p. 9 (seguito dal Bormann, altìat. Cìiorographie, p. 79, e testé dall'AsHBY, nei rendiconti dei Lincei (Roma, 1898), p. 103 sgg.) al quale parve doverla cercare nella località Pantano Secco, a quattro miglia a uord da Frascati; ma anch'essa è tutt'altro che incontrovertibile e sicura. Cicerone, de or. nat. Ili, 6, 12, dice che presso il lago Regillo si notava l'impronta lasciata nella roccia dal cavallo di Castore, impronta che a qualche storico della campagna romana, come il Geli, è parso notare presso il Laghetto della Colonna. Non so se qualche vivente superstizione, se il culto di qualche santo cristiano surrogato a quello di Castore possa oggi dar modo di ritrovare codesta località si pensi al Soracte ed a S. Oreste). Il ritrovare ciò spetta in ogni caso, agli indagatori locali, a coloro che hanno occasione di visitare spesso o con agio i classici dintorni di Roma.
      Il cognome di u Regillensis „ è proprio di due famiglie patricie romane, vale a dire, dei Claudi e dei Postumi. I Claudi erano detti così da Regillum città Sabina, Liv. II, 16; Dìon. Hal. V, 40; Suet. Cland. 1. Da ciò non viene certo che abitassero una regione molto lontana da Roma, poiché la stessa tribù Claudia posta a nord dell'Amene fra Fidene e Picezia (forse, con il Bormann, op. cit. p. 251, n. 508, va letto ^ixoXvsag in luogo di Hizs-iag;, era paese sabino, e sabino era quell'Eretum, che è ricordato in codeste più antiche guerre con i Sabini. D'altra parte va notato che i Postumi (v. Borghesi apd Babelon, op. cit. II, 381} si vantavano di aver fatto quel sacrificio a Diana Aventinense, che come prova ampiamente il racconto di Livio, I, 45 (una posteriore redazione v. in Iub. apd Plut. q. Boni. 4> stava del pari in relazione con la supremazia romana sui popoli vicini (cfr. il racconto analogo rispetto al Valerio Sabino venuto da Ereto relativo al culto di Dite, Val. Max. II, 4, 5). Da ciò pare risulti che i Postumi Regillenses che si vantavano di avere vinti i Latini, traevano pure la loro origine da Regillo posto a nord dell'Amene.
      Mentre la più antica e mitica sconfitta dei Latini sarebbe accaduta presso il lago Regillo, la reale e storica disfatta di tal gente, sotto il consolato di un Publilio e di un Emilio, sarebbe invece avvenuta: * in campis Fenectanis, Liv. Vili, 12, 6. Se la lezione ^Fenectanis „ sia esatta o no, o se invece sia corrotta non sappiamo. Tale località ci è perfettamente ignota (ad ogni modo sono assurde le correzioni u Ferentinis „ del Doviatius, e * Teanitanis „ del Bormann). La battaglia campale, come appare da Livio, si combattè in una località non lungi da Pedum, che è subito rammentata dopo la sconfitta dei Latini. Dove però fosse Pedum non sappiamo, dacché le conclusioni del Nibby, analisi> IP,

Storia di Roma Parte Seconda di Ettore Pais Carlo Clausen Torino 1899 pagine 746

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche

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