Storia di Roma di Ettore Pais

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      348 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
      culti nazionali, dette origine alla leggenda, che già esaminammo, intorno all'astuzia di Tutela a danno dei popoli limitrofi a Roma, ovvero a quei fantastici particolari con cui si ornò il racconto della strepitosa vittoria di Camillo sui Yolsci. (*) Alle vittorie dei Romani sui Yolsci di Priverno si deve infine se il più grande poeta latino, favoleggiando delle origini dell'impero romano, cantò della vergine Camilla. Certo per un analogo procedimento il culto di Ercole e di Enea, esistente in città fra loro lontane e non sempre congiunte da stretti vincoli politici, dette vita ai fantastici viaggi di codesti eroi. Nessuno del resto ignora che simile è l'origine di molti racconti intorno alle peregrinazioni ed ai culti dei santi cristiani.
      Ma se in mezzo ad una lunga serie di elementi imaginari e di falsificazioni emergono talune circostanze che valgono a rischiarare particolari storici malamente attribuiti al Y secolo, con il solo sussidio dei dati tradizionali fin qui esaminati non avremmo modo di ritrovare il vero corso degli avvenimenti. La pseudo storia del Y secolo venne infatti più volte narrata da quei più antichi autori che anche le vicende del IY da essi tolte a modello, avevano alte-terato a seconda delle tendenze politiche del III secolo. Oppure essa fu raccontata da quegli annalisti posteriori, i quali alle loro opere attendevano quando tali anticipazioni e travisamenti erano già stati generalmente accolti e presi a base di ulteriori allargamenti. La ragione di questa difficile restituzione della realtà, oltre che nelle deliberate falsificazioni, che corruppero anche la narrazione delle
      (*) Che vi sia un certo rapporto fra la tradizione che sa della rivoluzione militare del 342 a. C. al tempo del console C. Marcio Rutilo e la leggenda di Marcio Coriolano risulta da parecchie circostanze: 1° dall'assedio di Priverno; 2} dal fatto che ai ribelli del 342 si fa ricordare appunto la storia di Coriolano, Liv. VII, 40, 2; 3" che, secondo una certa versione, Liv. VII, 42, 4, i ribelli del 342, come "già Coriolano, si .sarebbero afforzati a quattro miglia da Roma. Si comprende quindi perchè Appiano, b. c. 1 sq. discorrendo di quelle sedizioni che parvero condurre i cittadini alla guerra civile prima dell'età dei Gracchi, ricordi soltanto la sedizione di Coriolano ed ignori quella del 342 a. C., e di questa faccia invece menzione dove, seguendo probabilmente fonti diverse, parla delle guerre sannitiche, Samn. 1 sq. I particolari su questa questione v. nel voi. di complemento al presente. Sul culto di Giunone Caprotina v. s. p. 124.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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