Storia di Roma di Ettore Pais

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      GENESI E STRATI DELLA TRADIZIONE
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      redazione di Dionisio di Alicarnasso, ci manca il modo di ritrovare, attraverso le scissure di contaminazioni non sempre ben celate, i tratti di qualcuno di quegli scrittori anteriori all'età sillana che furono sopratutto usufruiti da Livio. Sotto questo punto di vista è di maggior danno il silenzio di Diodoro. Questo scrittore, che per le età precedenti soleva talora dare un'occhiata o agli Annali Massimi, od a taluno degli annalisti più antichi, e che, accanto alla versione da lui preferita, fece pure in qualche caso conoscere quelle divergenti, rispetto agli avvenimenti che si compirono fra il 353 ed il 318, accenna solo alle prime trattative fra Roma e Cartagine ed alla battaglia di Suessa. Eppure per pochi periodi della storia romana più vetusta ebbero luogo, come per questo, avvenimenti di tanta importanza, del tutto degni di essere riferiti, (*)
      Danno infinitamente maggiore è la perdita degli annali di Fabio, di Catone, di Ennio, sebbene anche nelle versioni di carattere assai recente, che hanno generalmente impressi i segni dell'elaborazione dell'età di Siila, talora trasparisca e rifiorisca, per così dire, uno strato più vetusto, che sembra doversi riferire ai primiDa quali ragioni sia stato causato il silenzio di Djodoro, il quale fra gli anni dell'anarchia 369-367 a. C., XV, 61; 75, e quello dell'istituzione delle tribù Ufentina e Falerna, XIX, 10, ricorda solo la guerra etnisca, falisca e la prenestina del 354-351, XVI, 31; 36, 45, il primo trattato con Cartagine, XVI, 69, la battaglia di Suessa 337, XVI, 90, è forse vano voler determinare. Sarebbe certo erronea l'ipotesi che egli abbia evitato di narrare avvenimenti spuri, dacché per l'età anteriore non ebbe scrupoli di questo genere, e poiché nell'incertezza delle fonti, almeno rispetto alla catastrofe gallica, egli si trasse d'impaccio accennando, sia pur brevemente, a varie versioni.
      Trattandosi di uno scrittore affatto privo di criterio storico e del senso delle proporzioni (v. s. parte I, p. 75; cfr. s. p. 228 sgg.) è vano cercare la ragione di ciò, che solo in pochi casi ed in piccola parte trova spiegazione nelle lacune dei nostri testi. Come dimostra invece all'evidenza la storia delle successive guerre sannitiche, ad es. rispetto alla storia della resa di Napoli (v. al cap. sg.), ciò pare più spesso determinato o da fretta, o da svista, o da irrazionale capriccio. Il fatto poi che il capriccio o la dimenticanza di Diodoro, il quale a proposito della storia greca è giustamente giudicato come un volgare raffazzonatore, siano stati presi, anche da critici di valore, ad es. dal Niese, a fondamento della storia di questo tempo, ha contribuito in più di un caso ad impedire che si ritrovasse il metodo con cui essa va esaminata.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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