Storia di Roma di Ettore Pais

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      GENESI E STRATI DELLA TRADIZIONE
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      pur lecito pensare al cantore di Rudie (r) Ne vi sarebbero motivi per escludere del tutto l'ipotesi che si serbi qualche traccia dellepoche generazioni prima di lui, o che magari ebbero compimento all'età sua, ed a pensare che Catone fu tra coloro che, per ragioni politiche, mirarono a dare una data più antica alla reale soggezione degli odiati rivali.
      Tuttavia contro l'interpretazione data al passo di Velleio dal Beloch va fatto osservare che Catone apd Serv. XI, 567 = fr. 62** P; cfr. apd Macrob. Ili, 5, 10 = fr. 12 P, reputava che al tempo in cui gli Etruschi erano stati padroni di tutta Italia avessero posseduto anche Priverno ed il paese dei Volsci, e che con tale dominazione collegava tanto la presenza a Priverno del mitico Metabo, quanto quella dell'etrusco Mesenzio fra i Rutuli. In altri termini, Catone, come Livio, V, 33, 7, partiva dal concetto che, sino dalle età più antiche, gli Etruschi fossero stati signori di pressoché tutta la Penisola. Una tale opinione aveva fondamento tanto nella Teogonia esiodea, v. 1011 sqq., v. s. parte I, p. 13, n. 1, quanto nella opinione corrente fra i Greci, almeno dal tempo di Eforo, Strab. VI, p. 267 C, e di Timeo, v. Lycoph. 1226 sqq.; cfr. (teffcken, Timaws Geographie, p. 41 sg.; 147 sg.
      Ove sia necessario pensare ad un errore di Catone ovvero di Velleio (ciò che è più probabile ed ammette anche il Beloch) io dubito ci possa anche essere adito alla supposizione che Velleio fraintenda il passo dello storico latino facendogli parlare dei 260 anni successivi alla fondazione dell'etrusca Capua, anziché ai 260 anni, che intercedettero fra la presa di Capua da parte dei Romani, 211 a. C., e la fondazione di questa città per opera dei Campani, che agli Etruschi presero la città di Volturno. Quest?ipotesi potrebbe trar vigore dal fatto che il nome di Capua non è etrusco ma sannitico (v. s. p. 209, n. 1). Che poi Catone affermasse Capua essere stata fondata dai Sanniti verso il 471 non dovrebbe sorprendere. La data della sannitica Capua, secondo la fonte di Livio, IV, 37 cadeva nel 424 a. C., ma secondo Diodoro, XII, 31, nel 438; ed il 438 di costui corrisponde al 445 a. C. secondo il calcolo varroniano. Non vi sarebbe nulla di strano che la data dello Stato sannitico di Capua, da una qualche versione fosse reputata più antica di una o di due generazioni, allo stesso modo che l'origine dello Stato sabino di Roma (per prescindere dal mito di Tito Tazio) a seconda delle varie versioni, fu fissata verso il 504, il 480, il 450 a. C., sul che v. nel cap. IX. Cosi, per citare un altro esempio ancor più a proposito, la medesima narrazione intorno ai grani venuti a Roma dalla Campania e dalla Sicilia fu asseguata al 492, al 433, al 411 a. C. Liv. II, 34; IV, 25; 52; cfr. Dion. VII, 1.
      L'esistenza del resto di computi aventi un trentennio di differenza, per fatti appartenenti a tempi interamente storici è dimostrato dalla cronologia relativa a Livio Andronico, v. Cic. Brut. 18, 72.
      (1) Che Ennio parlasse della cittadinanza data ai Campani apprendiamo dal noto verso, apd Censor. 68, 14: u cives Romani tunc facti sunt Campani Ma Censorino non dà l'indicazione del libro e non dice per quale tempo ciò fosse affermato dal poeta di Rudie,


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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