Storia di Roma di Ettore Pais

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      35-4 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
      grandi glorificazioni letterarie che il poeta Àccio faceva dei Deci, nel racconto del valoroso tribuno, che nel 343, avrebbe salvato l'esercito sannitico presso Saticula. Lo stesso vale per quello relativo a questo personaggio, ove si narra che tre anni dopo, essendo console, con il sacrificio della vita assicurò ai suoi concittadini la vittoria di Suessa Aurunca. (x)
      Con l'episodio sul centurione P. Decio a Saticula, dove il console Cornelio si sarebbe trovato a cattivo partito, stavano certo in opposizione quelle versioni secondo le quali i Corneli assai spesso avrebbero superato i Sanniti, e che con una vittoria contro tali genti spiegavano il cognome di Caudini. Questo cognome infatti i
      (*) V. s. p. 261, n. 1. Alcuni particolari della * devotio , di Decio Mure potrebbero derivare tanto da Accio come da Ennio. Ma non avremmo argomento da contrapporre a chi in questo episodio liviano scorgesse traccia degli Annali Massimi od invece dell'erudizione di un grammatico posteriore come Cincio, v. s. p. 268 n. Per conto mio credo non si sia abbastanza cauti verso le ricerche di quei critici, i quali, in base ad ipotesi monche ed imperfette, sogliono fare nomi di autori come se avessero davanti a loro le loro opere. Cosi non credo si abbia modo di stabilire sino a che punto e con quanta differenza dalle tradizioni romane questo avvenimento della 44 devotio „ alla battaglia di Sentino fosse narrato da Dukide apd Diod. XXI, 6 (cfr. oltre al cap. Vili), o da qualche altro autore greco come ad es. Euforione di Caicide, v. s. p. 261 n. s. p. 262.
      La stessa incertezza vale per l'episodio del tribuno Decio al passo di Saticula, Liv. VII, 34-37, il quale è giustamente inesso a fianco di quello di Siccio Dentato da Plinio, XH. XXII, 9. Da Plinio, XH. VII, 101 si ricava forse che Ennio raccontava l'episodio di Siccio. Ed i particolari dati da Livio, VII, 37, e da Plinio, XH. XXII, 9, parrebbero avere sapore abbastanza antico e potrebbero quindi derivare dal celebre epico latino. Allo stato frammentario delia nostra tradizione sarebbe però vano voler spingerci in congetture ed in affermazioni, e basti aver formulato il quesito. Anche i particolari poetici intorno alla morte di Annio di Sezia al tuono di Giove etc. Liv. Vili, 6, 3 che paiono derivare da nna poetica, v. oltre p. 366, n. 2, potrebbero essere stati tolti dagli Annali Massimi. La storia del miracolo dèi tempio della Fortuna Muliebre, che deriva appunto da essi, v. Dion. Hal. Viti, 56; cfr. s. parte I, p. 30, n. 3, ci insegna come quest'ultima ipotesi sia tutt'altro che assurda. Del resto, come ho già fatto valere, v. s. parte I, p. 42, la materia degli a annales Maximi „ e degli u an-nales „ di Ennio in più di un caso pare essere stata la stessa. I secondi sembrerebbero aver fornito materia alla tarda redazione dei primi; viceversa Ennio si impadronì del contenuto di varie leggende delle sacrestie romane, da lui innalzate al grado di poesia storica.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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