Storia di Roma di Ettore Pais
GENESI E STRATI DELLA TRADIZIONE
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Cornell non assunsero per confermare la versione che uno dei loro avesse male guidato l'esercito romano presso Saticula non lungi da Caudio. Esso si collega evidentemente con la pretesa vittoria di un Cornelio in quest'ultima località; vittoria che nelle tradizioni superstiti non è rammentata in modo esplicito, ma è piuttosto attenuata o meglio oscurata. (r)
Abbiamo più volte avuto occasione di rilevare l'efficacia dell'età graccana, ove si parla ad es. delle leggi relative all'usura, ai u nexi, „ e così via di seguito. Ma in tutti questi casi ci manca il modo di distinguere nettamente gli elementi, che con tendenza più o meno diversa furono esposti da annalisti meno recenti, come Cassio Emina o Calpurnio Pisone, (a) da quelli che furono inventati od ul-
(*) Su tutto ciò v. oltre al cap. Vili.
(2) Forse abbiamo un frammento dell'annalista Cassio Emina rispetto a questo periodo, ove si accolga quanto qui espongo: Livio, Vili, 20, 4, parlando del tumulto gallico del 329 a. C., dopo aver detto che non fu accordato * va-cationis venia „ aggiunge: che vennero inscritti fra i soldati persino gli artigiani, sebbene non fossero atti alla milizia. Queste parole, secondo il mio modo di vedere, vanno collegate con il frammento di Cass. Hem. apd Non. p. 67 M, s. v. proletarii, fr. 21 P: u Tum Marcius f pi'aeco priinnm proletarios armavit „. La corrotta parola u praeco, „ anche da L. Muellkr, ad l., che dette peso ad una osservazione di C. Peter, vet hist. Rom. rell. p. 105; cfr. fr. hist. Rom. 72, fu addirittura sostituita con a procos ed il fatto anche dal Peter fu riferito a Q. Marcio console nel 281 e proconsole nel 280. Ma da Orosio, IV, 1, 3, il quale dice che nel 281, durante la guerra contro i Tarantini, si armarono i proletari, non siamo per nulla autorizzati a pensare che ciò avvenne per la prima volta nel 281 o 280 a. C., e quello che più merita notare, Orosio afferma che chi armò
i proletari e combattè con i Tarentini fu il console Emilio. E questi nel 280 come proconsole trionfò su tal gente, v. Act. Triwnph. Cap. ad a. 280. Di Marcio è invece narrato che nel 281 trionfò sugli Etruschi, v. Act. Triwnph Cap. ad a. Dunque, allo stato delle tradizioni superstiti, è escluso che nel passo di Cassio Emina si parli di Marcio, del console nel 281.
Codesta notizia va invece messa in rapporto con il nostro tumulto gallico del 329, dacché è noto che al tempo del u tumultus „ non era concessa * belli vacatio, „ v. ad es. Gell. NA. XVI, 10, 3; Cic. Phil. Vili, 5; Plut. Marc. 3, 2; ed ai proletari dei quali sotto questo rispetto faceva già parola Ennio apd Gell. L csi riferiscono appunto le parole di Livio ove dice: * et Mamercinus cui Gallicum bellnm evenerat scribere exercitum sine ulla vacationis venia, quin opificum quoque vulgus et sellularii, minime militiae idoneum genus exciti di-cnntur In breve io penso che nel frammento di Cassio Emina vada letto: u tunc
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (410/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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