Storia di Roma di Ettore Pais

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      35-4 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
      compiuto dal tempo di Tarqninio Prisco e dell'augure Navio) si trovavano il Comizio e la Curia. (*)
      Lo studio comparato della storia dell'arte, la considerazione relativa al tempo che occorse acche concetti artistici appartenenti alla Grecia del IV secolo si trasferissero nel Lazio, danno luogo a dubitare che a Roma siano stati innalzati monumenti iconici prima della fine di questo secolo. Questo dubbio acquista anzi maggior valore ove si ponderi che assai tardi a Roma si incominciò ad innalzare statue ad uomini viventi. Dopo tutto è però chiaro che le statue di codesti ambasciatori, assegnate forse indebitamente al V secolo, (2) come quella di Menio e di Furio, si riferivano ai fatti più vetusti e sinceri della storia autentica nazionale. È perfettamente naturale che qualche anno prima di Pirro, ossia dopo la resa della greca Neapolis, da cui tanta parte di vita ellenica dovette fluire nella Città, si pensasse ad eternare il ricordo dei domatori del Lazio. (3) E si comprende come presso alle loro statue verso
      (x) V. s. p. 24,
      (2) La guerra fidenate del 426 circa a. C. contiene infatti tratti che appartengono a quella etnisca del 356 circa a. C., v. s. p. 192, n. 1; nè va scordato che la tradizione stessa presenta Fidene in armi contro Roma, guidata dai suoi magistrati al tempo successivo all'invasione gallica, Varr. d. I. L. VI, 18; Macrob. I, 11, 37; cfr. s. p. 24; 124.
      (3) Le notizie relative alle statue di Menio e di Furio contengono, dati contraddittori. Secondo Livio, Vili, 13, 9, le statue equestri dei consoli sarebbero state poste nel Foro. Stando invece alla fonte di Eutropio, II, 7, 2, furono collegate u in rostris, „ ma non vi si dice se fossero o no equestri. Quelle ricordate da Livio non parrebbero potersi confondere con quella di Camillo in u rostris „ di cui fa menzione Plinio, XH. XXXIV, 23, e che era * sine tunica Infattii dati fornitici da Plinio sulle statue poste sopra i u rostra „ ci insegnano che erano piccole, ossia come quella di Coruncanio (ucciso nel 230 a. C.), alte tre piedi. Con tale indicazione male si adatta il tipo della statua equestre. Parrebbe pertanto che la fonte di Livio parlasse di una statua equestre di Camillo distinta da quella sui rostri, simile a quella che dopo la vittoria del 306 a. C. fu posta davanti al tempio di Castore a Marcio Tremulo, Liv. IX, 43, 22; Plin. nh. XXXIV, 23, e che Eutropio o la sua fonte abbia commesso un errore.
      Certo nei rostri vi era una statua di Camillo, e ciò appare anche da Asco-nio, in Scanr, 30, p. 25 K, il quale, al pari di Plinio, l. c.> dice che come quella di Romolo e di Tazio era togata u sine tunica „. Il confronto con le statue di Romolo e Tazio, potrebbe far pensare ad una figura nuda di tipo eroico. Ma


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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