Storia di Roma di Ettore Pais

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      LA GUERRA CON PALEP0LI.
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      Palaepolis, una città posta nel luogo in cui pur si trovava Neapo-lis, ma separata e distinta da questa, fiduciosa nell'aiuto dei Sanniti, dei Nolani e nella vetusta amicizia con Taranto, avrebbe preferito venire alle ostilità anziché dare le dovute soddisfazioni. Contro lei il senato romano inviò pertanto il console Publilio Filone, mentre il collega di lui L. Cornelio, ebbe l'incarico di sorvegliare i Sanniti ed i Campani, i quali minacciavano pure di ribellarsi. Nei frammenti di Dionisio a noi pervenuti non si fa menzione di questa " Palaepolis, „ e la causa della guerra con i Napoletani si attribuisce all'assalto di costoro alle terre dei vicini Campani. (*) Secondo illare encomio la ricerca del Nissen, der Cctudinisclie Friede, nel rhein. Museiun, XXV (1870), p. 1 sgg. Intorno alle guerre galliche porge eccellenti osservazioni il Mommsen, die galliche Katastrophe, nelle roem* Forschungen, II, p. 297 sgg.; cfr. anche Niese, ne\V Hermes, XIII (lb78;, p. 401 sgg. Rispetto alla censura di Appio Claudio, per tacere di minori e non fortunate scritture, raccoglie accura-tnmente i vari dati il Sieke, Appius Claudius Caccus Censor (Marburg, 1890). Gli scritti relativi a semplici questioni topografiche sono citati oltre a luogo opportuno.
      Devo poi aggiungere che, pur avendo cercato di tener conto dei lavori dei miei predecessori, nondimeno, rispetto al valore delle fonti, al corso degli avvenimenti, all'ordinamento cronologico, per questo capitolo non meno che per i precedenti, ho creduto di dover battere assai spesso via nuova e diversa.
      f1) Mentre stando a Livro, Vili, 22, 7 Palepoli: w cnm suis viribus tum Samnitium infidae adversus Romanos societati freta, sive pestilentiae, quae Ro-manam urbe in adorta nuntiabatur, tìdens multa hostilia adversus Romanos agnini Campanum Falernumque incolentes fecit, „ stando ai frammenti di Dionisio, XV, 5, i Romani inviano ambasciatori ai Napoletani invitandoli, jxr^osv eie, xsò; òtztj-y.óovg zvjg xwv 'Ptojiacov Yjysjiovja:; ìxapavojjistv, per esortarli a risolvere in via amichevole le loro questioni di terreno, a far pace ed alleanza con i Campani, auji^oXa ~o'.Y}aa,aévcj^, e ad astenersi dall'istigare alle armi i popoli vicini abitanti della costa marittima. Ora è evidente che, sebbene Dionisio, XV, 8, poco dopo, seguendo una redazione recente, parli della taoKoXixeta che i Romani accordarono ai Fondani ed ai Formiani (v. s. p. 393, n. 1), nondimeno porge un dato più vicino al vero discorrendo dei Campani come di soggetti all'egemonia romana, di quello di Livio, il quale, in armonia con le informazioni da lui precedentemente date, Vili, 11, 13, afferma che tali invasioni furono fatte contro i Romani che abitavano l'agro campano e falerno. Dionisio contiene pertanto un altro dato che conferma quanto abbiamo già osservato rispetto alla falsa tradizione della incondizionata a deditio J dei Campani verso il 343 a. C. (v. s. p. 229 sgg.) Basterebbe questo fatto per mostrare come non abbia base la teoria del Niese, il quale crede che anche rispetto a questo periodo Dionisio abbia seguito nel fondo le storie


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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