Storia di Roma di Ettore Pais
33 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
fermo, che nomina a maestro della cavalleria Q. Fabio Rulliano. ]\Ia poiché i segni divini non sono favorevoli alla battaglia, si reca a Roma per rinnovare gli auspici, ed a Fabio impone di non venire alle mani durante la sua assenza. Fabio non ubbidisce, mira a trarre a se l'onore della guerra e del trionfo, e supera due volte i Sanniti. Ciò esaspera il reduce dittatore, che vuol farlo uccidere secondo la legge marziale. Ne nasce una lunga contesa nel campo e Fabio fugge di nascosto a Roma, ove suo padre, che era già stato console tre volte e dittatore, invoca da principio l'aiuto del senato, infine la protezione dai tribuni della plebe. Il dittatore inflessibile non si lascia nemmeno ora piegare, ne vuole diminuito l'impero militare e l'autorità delle leggi. Ammolliscono finalmente il duro animo le preghiere dei tribuni e quelle del vecchio Fabio, che con il figlio colpevole si getta supplice ai ginocchi di Papirio, il quale, soddisfatto, dopo tutto, di essere riuscito a far valere la legge ed il principio che l'autorità del dittatore non possa essere scemata dall'intervento tribunicio, concede la vita al suo luogotenente. Gli toglie però il comando della cavalleria ed a lui sostituisce L. Papirio Crasso. Muove quindi a nuova guerra contro i Sanniti, li vince e trionfa. I Sanniti però rompono i patti e la tregua, e sono tosto in armi. Tuttavia, per esplicita dichiarazione di Livio, questo episodio non era narrato da tutti gli annalisti allo stesso modo. Quelli che egli chiama: " gli scrittori antichissimi, „ e fra questi senza dubbio v'era Fabio Pittore, discorrevano di una sola vittoria del maestro dei cavalieri. Anzi v'erano annalisti che saltavano a pie pari tutto questo racconto. (l)
(*) Liv. YIH, 30-35, narra con una grande diffusione di particolari questo racconto, che nelle linee essenziali si trovava in Val. Max. 11, 7, 8; Cass. Dìo, fr. 86, p. 95 B; cfr. Zonar. VII, 26; Front. IV, 1, 39; Auct. de vir ili 31. Eutrop. II, 8; cfr. Act. Triumpli. ad a. 324. Livio, ib. 30, 7, dichiara: u auctores habeo bis cimi hoste signa conlata dictatore absente bis rem egregie gestam; apud antiquissimos scriptores una haec pugna invenitur; in quibusdam annalibus tota res praetennissa est. magister eqnitum, ut ex tanta caede, niultis potitus spoliis congesta in ing entelli acervum hostilia arma subdito igne concremavit, seu votum id deorumc uipiam fuit, seu credere libet Fabio auctori, eo factum, ne suae gloriae fructum dictator caperei nomenqne ibi scriberet aut spolia in
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (427/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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