Storia di Roma di Ettore Pais

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      LA BATTAGLIA DI INBRINIO ED IL DITTATORE PAPIRIO.
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      Le divergenze, del resto, non si fermavano a questo solo punto. Discorrendosi successivamente di una guerra contro gli Apuli, secondo alcuni costoro sarebbero stati gli offensori; invece altri narravano dell'aiuto recato dai Romani a popoli amici, ossia ai loro alleati del 327 a. C. e di guerre sostenute per essi contro i Sanniti (323 a, C.) (*) I Sanniti si dicono sconfitti in una grande battagliatriumpho ferrei Queste ultime parole (cfr. Il, 40, 10) provano che Fabio Pittore era fra quelli che narravano una sola vittoria, ossia quella di Inbrinio sopra ricordata, VIII, 30, 4. E con il doppio racconto di due battaglie sta forse anche in relazione la doppia sedizione, nel campo e poi a Roma. Dal fatto che Livio cita Fabio in questo passo, non viene certo la conclusione che egli riferisca in tutto e nella intonazione sostanziale il racconto della più antica fonte. Chi pensasse in tal modo, mostrerebbe di conoscere assai poco il modo di comporre dello storico padovano. L'intonazione del racconto appare chiaramente dalle parole che al fine della contesa si fanno pronunciare dal dittatore: tt bene habet inquit, Quirites: vicit disciplina militaris, vicit imperii maiestas, quae in discrimine fuernnt, an nlla post liane diem essent. non noxae eximitur Q. Fabins, qui contra edictum imperatoris pugnavit, sed noxae damnatus donatur populo Romano, donatur tribuniciae potestati, precarium, non iustum auxilium ferenti „ Vili, 35, 4. Che ci fossero varie divergenze prova la narrazione di Eutropio,
      l. c., il quale, come abbiamo già notato altre volte, di quando in quando, porge tradizioni differenti dalla liviana, che non vanno sempre ascritte ad errore suo. Egli sa infatti di una grande sedizione nella quale lo stesso Papirio avrebbe corso pericolo della vita: u ut paene ipse interficeretur „ ; invece in Livio, Vili, 33, 2, questa versione è come attuata dalle parole: u nox velut in proelio certamini finem facit „. Il racconto di Eutropio avrebbe il merito di mostrar falsa l'ipotesi esposta più volte da Ermolao Barbaro in qua, ossia che la località di Inbrinio si trovasse presso Subiaco dacché, secondo Eutropio, tale guerra: u in centesimo e tricesimo fere miliario ab urbe apud Samnitas gerebatur qui medii sunt inter Picenum Campaniam et Apuliam Tra le genti che pretendevano essersi illustrate alla battaglia di Inbrinio v'erano i discendenti di L. Cominio, che alla testa della cavalleria avrebbe contribuito alla vittoria, Liv. Vili, 30, 6.
      (1) Liv. Vili, 37, 4: a sunt qui non ipsis Apulis bellum inlatum, sed socios eius gentis populos ab Samnitium vi atque iniuriis defensos scribant. ceterum fortuna Samnitium, vix a se ipsis eo tempore propulsantinm bellum, propius ut sit vero facit, non Apulis ab Samnitibus arma inlata, sed cani utraque simul gente bellum Romauis fuisse cfr. le discordanze sugli Apuli rispetto al 330 a. C. Liv. Vili, 19, 1; ed al 326, Liv. Vili, 25, 3. Le dichiarazioni di Livio che seguono immediatamente al passo sopra riferito: 44 nec tamen res nlla memora-bilis acta „ si spiegano anche con la perturbazione dei Fasti di codesto tempo, e con la tradizione che ignorava la guerra dei Sanniti di codesto anno, v. n. sg. I consoli del 323, come notammo a suo luogo, paiono essere quelli del 337 e


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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