Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
l anno seguente dal dittatore A. Cornelio Arvina, e dal maestro dei cavalieri Fabio Ambnsto (322 a. C.) Fra i morti vi sarebbe stato
10 stesso duce supremo dei Sanniti, i quali consci di aver fatto guerra ingiusta e contro i patti conchiusi con Papirio Cursore, decidono consegnare ai Romani Brutnlo Papio, precipuo autore di essa, e di restituire ciò che sarebbe richiesto in vigore del diritto internazionale. Papio Brutnlo con il suicidio si sottrasse all'ignominia ed al supplizio, ma il cadavere di lui ed il ricavo dei suoi beni fu inviato a Roma insieme ai prigionieri. I Romani accettarono solo quanto riconobbero essere proprio ed il dittatore trionfò. (l) Così gli annali che Livio reputava più autorevoli. Tuttavia egli stessonon nascondeva come altri scrittori negassero le vittorie ed il trionfo
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del dittatore Cornelio. Codesti diversi annali parlavano invece di una guerra Sannita, che nel 322 avrebbero fatto i consoli Fulvio e Fabio: e gli Atti Trionfali non ricordano un trionfo di Cornelio bensì del console Fulvio. (2) Questa divergenza porge anzi bella occasione a Livio di fare una delle più esplicite ed oneste dichiarazioni sulla impossibilità di ritrovare il vero deliberatamente occultato delle pretese delle famiglie romane, ognuna delle quali traeva a se
11 merito delle medesime gesta.
del 314 a. C. Secondo Appiano, b. Samn. 4, i Romani presero ottantun villaggio nel paese dei Dauni e dei Sanniti; cfr. Dion. Hal. XVII, 1.
(*) Ltv. Vili, 38 sq.; Cass. Dio, fr. 36, 8, p. 97 B. Dione parlava delle ossa di Papio che furono sparse dai Sanniti, mentre, secondo Livio, a Roma si portò il " corpus Brutuli exanime versione che si accorda nella sostanza con quella di Appiano, b. Samn. 4, secondo la quale i Sanniti portavano a Roma ivsxpà aa)[j.ata degli autori della guerra.
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(2) Liv. Vili, 39, 16 sq. E uno dei passi più notevoli della prima decade: u hoc bellum a consulibus bellatum quidam auctores sunt, eosque de Samnitibus triumphasse; Fabinm etiam in Apuliam processisse atque inde magnas praedas egisse, nec discrepat, quin dictator eo anno A. Coruelius fuerit. id am-bigitur, belline gerendi causa creatus sit, an ut esset qui ludis Romanis, quia L. Plautius praetor gravi morbo forte iuplicitus erat, siguum mitteudis quadrigis daret, functusque eo liaud sane memorandi imperii ministerio se dictatura ab-dicaret; nec facile est aut rem rei aut auctorem auctori praeferre. vitiatam memoriam funebribus laudibus reor falsisque imagiumn titulis, dum familia ad se quaeque famam rerum gestarum honornmque fallenti mendacio trahunt. inde certe et singulorum gesta et publica monumenta rerum confusa, nec quisquam
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (429/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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