Storia di Roma di Ettore Pais

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      LE FORCHE CAUDINE. FREGELLE.
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      stando a Livio, i Romani invano avrebbero chiesto di combattere, secondo un'altra versione, si raccontava di una battaglia combattuta a Gaudio, in cui essi sarebbero stati vinti. (x) E tralasciando per il momento di discutere il valore delle indicazioni cronologiche riferite da Livio e dalla tradizione più diffusa, osserviamo, che,
      Vgiusta una versione nota a Cicerone, era pur diverso il nome di uno dei tribuni della plebe che avrebbero voluto si serbasse fede ai patti. (2) Infine i Fasti Consolari Capitolini, per l'anno successivo alla catastrofe Caudina, ricordano come dittatore e maestro dei cavalieri C. Menio e M. Foslio, vale a dire personaggi diversi da quelli riferiti da Livio, e che in quest'ultimo autore compaiono solo per il 314 a. C. (3)
      Riuscito vano l'accorgimento dei Sanniti si riprendono le ostilità e si ritorna alla prova delle armi. I Romani cercano di ripigliare Sora e Fregelle, che frattanto erano passate dalla parte dei Sanniti. Fregelle era già divenuta colonia romana almeno dal 327 a. C.; essa era anzi stata una delle cause principali dello scoppio della nimistà
      costui. Particolari che rivelano come anche la versione combattuta da Livio fosse esposta con ampiezza e fosse collegata con il racconto di una discussione avvenuta a Roma dopo la pace. Tutto ciò trova conferma nel frammento di Claudio Quadbigario apd Gell. XA. II, 19: * id ubi rescierunt propinqui obsidum, quos Pontio traditos supra demonstravimus, eorum parentes cum propinquis capillo passo in viam provolarunt „.
      (*) Cicerone, Caio Mai. 12, 41, parla infatti di un u Caudinuni proelium „ in cui Sp. Postumio e T. Veturio, vennero superati da C. Ponzio, ed altrove de off. Ili, 30, 109, dice più esplicitamente ancora: * at vero T. Veturius et Sp. Postumius cum iterimi consules essent, quia, cum male pugnatum a pud Caudium esset, legionibus nostris sub iugum missis pacem cum Sam-nitibus fecerant dediti sunt iis; iniussu enim populi senatusque fecerant „ Se anche Appiano l. c. con le parole yjXXYjO-Yjaocv òkó Saovtxàiv xac òxò £oyòv vj^O'Yjaav gì eP(0,jlaloif e at),i:idvxsg òooi jxsxà xoò^ò iscpfrapusvoos ^PX0V accenni ad una battaglia, non è del tutto chiaro.
      (2) Secondo Livio, IX, 8, 14, i tribuni della plebe si chiamano Q. Melio, L. Livio, secondo Cicerone, de off. Ili, 30, 109, Q. Melio, T. Numicio.
      (3) C. Menio e M. Foslio, nei Fasti Consolari Capitolini sono ricordati in modo frammentario, ma sicuro, per il 320 e poi per il 314. Livio che li rammenta per il 314, rispetto al 320 non li menziona. Nomina invece Q. Fabio Ambusto e P. Elio Peto come dittatore e maestro dei cavalieri, dei quali nei Fasti Consolari non si fa parola.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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