Storia di Roma di Ettore Pais
390 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
Napoli nel 326 a. 0. E come a Napoli, i due partiti il sannitieo ed il romano, si sarebbero uniti a far sì che, mentre i nemici uscivano da una parte, dall'altra entrassero i Romani. I Sanniti nella fuga furono sorpresi ed uccisi; i colpevoli fra i Satricaui vennero da Papi rio puniti con le battiture e poi con la morte. Ma questo l'acconto è interamente contradetto da un altro ricordato più tardi dallo stesso Livio. Stando a questa diversa narrazione intorno alla sorte dei Satricaui, si sarebbe discusso a Roma in seguito ad una roga-zione del tribuno M. Antistio. (*) Nel 318 a. C., in cui si discorreLivio. IX, 16, 1, dice: 44 convenit iam inde per consules reliqua belli perfecta. Au-lius cani Frentanis uno secundo proelio debellavi^, urbeinque ipsam, quo se fusa contulerat acies, obsidibus iniperatis in deditionem accepit Quale sia questa città dei Frentani si è vanamente tentato risolvere dai moderni, dei quali taluuo ha pensato a Foreutum dell'Apulia, posta ai confini della Lucania, ricordata per
gli avvenimenti del 317 a. C. Liv. 20, 9; cfr. Dìod. XIX. 65, ad a. 315 a. C. = 316 a. C. varr., e poi per il 296 ed il 294. Liv. X, 17, 34. Poiché tali vicende si svolgono presso Arpi e Luceria ed il fiume dei Frentani, l'odierno Fortore, è appunto ai confini settentrionali di codesto territorio, parrebbe non doversi pensare a città lontana da tale fiume. Le monete con il nome dei Frentani, Garritoci, ìe moti. d. li. ant. XC, 26, non ci autorizzano a pensare (come per Ausona degli Ausoni) ad una città dello stesso nome di tutta la confederazione, che venisse chiamata dal fiume Freuto (la voce di Stefano Bizantino, s. v. «Èpév-cocvov 7ziXic, ixpapcov t:£,x7itt;j — Strab. V, p. 241 C, è uno deitanti errori di questo autore . Tanto più clie anche in altri casi vediamo monete con il nome dell'intera confederazione v. per i Sanniti, Garrucci, op. cit. XC, 10) senza che per ciò sia necessario pensare ad una città avente il medesimo nome di tutto il popolo. Non abbiamo ragioni per pensare a Larinum anziché a Buca o ad altra città dei Frentani; non mancano però motivi i quali inducano a ere* dei e che si alluda ad lina città nell'Apulia (v. oltre p. 391, n. 1), tanto più che (avremo agio di notarlo man mano), il territorio delle operazioni nel Sanino. nell'Apulia e nella Lucania, non è mai bene determinato nelle fonti superstiti.
Liv. IX, 16, 9: omnia in potestate consulis erant; qui quaestione habita, quorum opera defectio esset facta, quos sotites conperit virgis caesos securi percnssit „; cfr. invece Liv. XXVI, 33, 10: u per sellatimi agi de Campanis, qui cives Romani sunt, iniussu populi non video posse, idque et apud maiores nostros in Satricanis factum esse, cum defecissent, ut M. Antistius tribunus plebis prius rogationem ferret, sciretque plebs, liti senatui de Satricanis sen-tentiae dicendae ius esset Sul valore di quest'ultima indicazione cfr. s. p. 231. n. 1, s. p. 334. Dopo la presa di Satrico Livio, IX, 16, 10, dice: * inde ad trinili-plium decessisse Romani Papirinm Cursorem scribunt, qui eo duce Luceriam receptam Saninitesque sub iugum missos auctores sunt r; cfr. Act. Triumplu ad
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (437/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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