Storia di Roma di Ettore Pais

Pagina (439/795)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      392 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
      Tali duplicazioni ed incertezze sono rese ancora più evidenti dal racconto relativo alle aspre battaglie avvenute presso Saticula, assediata dai Romani, e presso la vicina Plistica, che fu poi presa dai Sanniti. Per quello che sembra, esisteva una duplice redazione degli stessi fatti attribuiti a due anni di seguito. I Romani, in ciò convenivano tutti gli annali, avrebbero ricevuto una sconfitta ed il maestro della cavalleria Q. Aulio sarebbe morto nel campo. Ma questo fatto da alcuni, anziché a Saticula, si diceva fosse avvenutoMa è uno dei più grandi errori della critica moderna il seguire ciecamente questo autore e prendere per oro colato quanto egli ci narra, e disprezzare le narrazioni liviane per il solo fatto che talora contengono tratti diversi o passati sotto silenzio dal mediocre compilatore siciliano.
      La miglior prova di quanto affermiamo porgono le stesse parole con cui ha principio la narrazione diodorea. Diodoro infatti comincia con il dirci che erano già nove anni che i Romani combattevano contro i Sanniti e che negli anni precedenti avevano bensì lottato con forze numerose: lasyaXatg Sovajisatv, ma che non avevano conseguito nessun successo degno di menzione (rcoiotifievoiliéya pèv oùSsv, oulk (ìv^p/yjg àgcov SisTCpàSavxo) che solo fecero scorrerie nel
      »
      territorio nemico. Ove ciò sia vero, considerando che dalla battaglia di Suessa 337 a. C. = 340 a. C. vari*. XVI, 90, Diodoro non ha fatto più ricordo di fatti relativi alla storia romana, dovemmo reputare che fra il 340 ed il 325 a. C. per non dire fino al 317, non si compì nessun fatto degno di nota. Sta bene che nei testi di Diodoro poco prima del cap. 44 del libro XVI, vi è una lacuna, sicché con ciò si spiega forse, come mai non parli dei consoli del 321 e della catastrofe Caudina (cfr. più oltre), ma non si intende come mai egli taccia della guerra contro Napoli (327-326 a. C.) che costituiva uno dei fatti più notevoli della storia romana e delle vicende della Magna Grecia, storia che Diodoro, sia pure saltuariamente, suole narrare.
      Il modo di comporre di Diodoro dimostra invece che egli procede a capriccio e che, tutto inteso a narrare le gesta di Alessandro Magno, non ebbe voglia o tempo di occuparsi dei Greci di Occidente e dei Romani, le cui gesta non menziona nei libri XVII e XVIII. Sicché non fa parola dell'arrivo in Italia di Alessandro d'Epiro, sebbene più tardi, XX, 37, 3 ad a. 308 a. C., abbia occasione di accennare a questo fatto come già compiuto. Il cap. XIX, 10, di Diodoro offre una magra ed incompleta ricapitolazione degli avvenimenti del 325-318 a. C.; a cui fa immediatamente seguire quello della storia degli Italioti e Sicelioti
      (cfr. simili riassunti ad es. XVIII, 75, XIX, 2).
      La prova migliore di quanto qui affermiamo è data da ciò che egli, pur convenendo con la tradizione liviana rispetto alla desolazione che i Romani fecero delle P uglie (s7iópob;aav Ss xa£ z9jg 'AnovXiocg tyjv Aaoviav 7taaav) ed all'atto di soggezione fatto dai Canusini (xoa Ttpcaayayóìievot Kavooaioog ó,iv;pot)s uap'


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

Pagina (439/795)




da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Saticula Romani Plistica Sanniti Romani Aulio Saticula Romani Sanniti Xatg Sovajisatv Ssv SisTCpàSavxo Suessa Diodoro Diodoro Caudina Napoli Magna Grecia Diodoro Diodoro Alessandro Magno Greci Occidente Romani Italia Alessandro Epiro Diodoro Italioti Sicelioti Romani AnovXiocg Aaoviav Canusini Ttpcaayayóìievot Kavooaioog Diodoro Sta Sicché