Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
      Secondo la versione di Livio i Perugini, quelli di Cortona e anche gli Aretini avrebbero chiesto pace ed alleanza. Sarebbe anzi stata loro accordata una tregua per trenta anni. Questa viene però subito rotta; i Perugini attirano quindi sudi sè Q. Fabio, il quale sta per impadronirsi delle loro città, ed allora capitolano. (x) Si narra di nuove lotte sostenute in questo medesimo anno 310 a. C. contro gli Umbri, (2) e poi contro gli Etruschi. Quest'ultimi sarebbero stati vinti presso il lago Vadimone, nella valle Tiberina. II fiore dell'esercito nemico viene fatto a pezzi, i loro accampamenti cadono in potere dei nemici. Quel giorno, stando alla fonte di Livio, cominciò a segnare il declino della grande potenza etnisca. (3)
      Minore fortuna avrebbe dapprima assistito le armi romane nel Samnio. T Sanniti avrebbero dapprima perduto Allife, conquistata dal console Marcio; ma a questo successo militare avrebbe tenuto dietro un infelice sbarco fatto dal decemviro navale P. Cornelio sulle coste dei Xucerini. Per giunta il console C. Marcio si sarebbe trovato di fronte all'esercito sannitico imbaldanzito dal sapere che i Romani, guidati dal console Q. Fabio, oltrepassata la selva Ciminia,
      Liv. IX, 37, 12: * itaque a Perusia et Cortona et Arretio, quae ferme capita Etruriae populorum ea tempestate erant, legati pacem foedusque ab Ro-mauis petentes indutias in triginta annos impetraverunt Diodoro, XX, 35, dice solo: che i Romani verso questi popoli àvo^àg STiotf^aavxo. Se con ciò sorvoli su circostanze riferite dalla sua fonte, ovvero esponga una redazione più semplice, non sappiamo, dacché la presa di Castula (v. n. preced.) mostra come codesta sua fonte accennasse a fatti che da Livio non sono riferiti.
      Assai probabile è ad ogni modo, ciò che è stato più volte osservato, che vi sia una duplicazione degli stessi avvenimenti, ove seguendo un'altra fonte, Livio, IX, 40, 18, dice: 14 eodem anno cum reliquiis Etruscorum ad Perusiam, quae et ipsa indutiarum fidem rnperat, Fabius consul nec dubia nec difficili Victoria dimicat. ipsum oppidum — nani ad moenia victor accessit — cepisset, ni legati dedentes urbem exissent. praesidio Perusiae inposito, legationibus Etruriae amicitiaiu petentibus prae se Romani ad seiiatum missis, consnl praestantiore etiam quam dictator Victoria triumphans urbem est invectus Il trionfo di Fabio sugli Etruschi per l'anno 309 (cosi in Diodoro presso il quale Tanno 309 a. C. risponde al 310 a. C. varr.) è ricordato anche dagli Atti dei Trionfi.
      (2) Liv. IX, 39, 4; cfr. 37, 2.
      3) Iu Livio, IX, 39, 3, v'è una lacuna notata dall'Hertz. La battaglia del Vadimone non ha che fare con le gesta del dittatore Papirio, ina pare collegarsi cou quelle di Q. Fabio Rulliano.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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