Storia di Roma di Ettore Pais

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      GUERRA DEL 306 A. C. CONTRO GLI ERNICI E GLI APULI. 413
      generale dedizione. Si usano speciali riguardi alle tre città su riferite, alle quali si concede di valersi delle proprie leggi e di poter contrai* nozze con donne di tali tre città. Fatta eccezione per costoro, che vediamo in fatti più tardi fra i popoli federati, i rimanenti Binici, primi gli Anagnini, vengono privati del reciproco " ius co-nubii, „ e del diritto di eleggersi magistrati, salvo il caso in cui questi avessero semplici funzioni sacre. Essi sono anzi incorporati nello Stato romano come * cives sine suffragio „. A Marcio viene decretato il trionfo, e gli è concesso l'onore di una statua equestre davanti il tempio di Castore. Superati gli Ernici, Q. Marcio muove in aiuto del collega P, Cornelio Arvina, il quale avrebbe bensì superati i Sanniti, ma si sarebbe trovato a mal partito in una situazione somigliante a quella, da cui il console A. Cornelio Arvina nel 343, nel primo anno della guerra Sannitica, sarebbe stato tolto grazie al senno ed al valore del tribuno P. Decio. E anzi oltre modo degno di nota che, secondo una diversa versione, in quest'anno si sarebbero creati dittatore un P. Cornelio e P. Decio quale maestro della cavalleria. La fonte diodorea in verte questa narrazione: la guerra contro gli Ernici fa susseguire a quella contro i Sanniti. Tace però intorno alle condizioni fatte ai Ferentinati, ai Verulani e agli Aletrinati, e riferisce a quest'anno la punizione data ai Frusinati, di cui Livio parla più tardi, ossia per il 303 a. C. Rispetto alla guerra sannitica, d'accordo con la fonte di Livio, Diodoro pone nel 306 a C. le riconquiste per parte dei Sanniti di Sora e di Calatia (o diremo meglio di Caiatia). Egli è però il solo che c'informi di una importante vittoria romana conseguita a Silvium, nelle Puglie, e delle ampie e terribili devastazioni che per cinque mesi di seguito desolarono le terre dei Sanniti. (*)
      i1) Liv. IX, 43 sq. Rispetto alla guerra con gli Ernici, sono notevoli le parole seguenti: * Marcius de Hernicis triumphans in urbem rediit, statuaque equestris in foro decreta est, quae ante templuni Castoris posita est. Hernicorum tribus populis Aletrinati, Verulano, Ferentinati, quia maluerunt quani civitatern, suae leges redditae, conubiumque inter ipsos, quod aliquamdiu soli Hernicornm habueruut, permissum. Anagninis quique arma Romauis intuleraut civitas sine suffragii latione data, concilia conubiaque adempta et magistratibus praeterquam


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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