Storia di Roma di Ettore Pais

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      LA GUERRA DEL 305 A. C. CONTRO I SANNITI.
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      Tiferno. Senonchè le tradizioni per le gesta di quest'anno sono più che mai contraddittorie. Secondo alcuni annalisti, Postumio avrebbe vinto i nemici in una grande battaglia; venti mila Sanniti sarebbero stati fatti prigionieri. Altri invece dicevano che l'esito era stato incerto: Postumio simulando fuggire, avrebbe tratto in inganno i nemici, si sarebbe fortificato, e poi con l'aiuto del collega Minucio li avrebbe superati; lo stesso duce di costoro Stazio Gellio sarebbe caduto prigioniero. Il giorno seguente i due consoli avreb-
      Che la fonte di Diodoro non fosse per così dire sterile, come comunemente si ammette, mostrano invece le notizie relative alla guerra sannitica ed alla presa di Silvio. Egli infatti ricorda il tempo occorso a prendere questa città e la molta preda quivi trovata, il taglio delle piante, il guasto dato dai Romani al territorio sannitico, le misure di costoro per assicurarsi l'egemonia etc., sicché è evidente che Diodoro, a seconda del suo capriccio ora è breve, ora invece è relativamente diffuso. Sorprende non trovare in Livio la storia della presa di Silvium, ricordata anche più tardi dagli itinerari romani fra Blera e Venusia. Essa traeva il suo nome dalle selve. Così anche oggi, in quella stessa regione, vi sono paesi che si chiamano Noci, Àlberobello: accenni antichi e moderni all'abitudine dei Pugliesi di vivere sparsi per i loro vici, ciò che ci è da tante parti attestato per i Sabini ed i Sanniti, v. ad es. Liv. IX, 13, 7; Strab. V, p. 250 C; App. Samn. 4.
      Il racconto liviano sull'aiuto recato da Marcio a Cornelio, non solo ricorda le psendo gesta di un Cornelio nel 343 a. C. salvato da Decio, Liv. VII, 34, ma sembra porgere a rovescio la storia di Marcio, il console del 310 a. C. al cui aiuto corse Q. Fabio, Liv. IX, 38. LTn Cornelio dittatore ed un Decio maestro dei cavalieri nel 304 a. C. sono menzionati dallo stesso Livio, IX, 44, 1, dopo aver narrata la guerra sannitica di Cornelio e Marcio.
      La tradizione liviana e quella di Diodoro si trovano in perfetto accordo ove per questo stesso anno 308 a. C. parlano di Sora e di Caiatia. Anzi le dichiarazioni di Livio: u praesidiaque, quae in his Romana erant, expugnata, et in captivorum corpora militimi foede saevitum „ IX, 43, 1, non solo porgono una redazione più veridica di quella relativa alla uccisione dei Sorani coloni romani per il 313, Liv. IX, 23, v. s. p. 396, ma concordano anche con quella di Diodoro, XX, 80, secondo il quale i Sanniti: Swpav xou AxJav (sic cdd.j KóXeig 'Pa)iia:oi£ au,JL(jia^oóaa^ èxTioXtopx^aavxsg èpjvSpaTioSÉaavxo. Tenendo presente il testo liviano si suole correggere in KaXaxiav il xa£ Axiav dei codici, mentre altri pensano ad Atina vicina a Sora. Tenendo anche conto del fatto che, come tosto vedremo, Caiatia e Caiatia, sono spesso tra loro confuse, con il Mommsen, ad CIL. X, p. 444, pare più conveniente pensare che in luogo di xcd 'Axiav vada corretto xat Koc.axiav, e che in Livio, IX, 43, in luogo di * Caiatia et Sora, „ sia da leggere: tó Caiatia et Sora „.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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