Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'iNTERV. DI PIRRO.
Milonia, Plestina, Fresilia. (*) Il dittatore, dopo essersi scelto a maestro dei cavalieri un Fabio, ovvero un Valerio, secondo che dicevano altre versioni, si spinge nelYEtruria, che a causa degli Aretini è sollevata. Dapprima le armi romane non sono fortunate. Il maestro dei cavalieri combatte contro l'ordine del dittatore, cade nell'insidie nemiche, e a Roma si teme un'invasione etnisca. (2) Il dittatore giunge nell'agro di Ruselle, dove è seguito dai nemici, che sperano involgere anche lui nelle insidie riuscite già felicemente; e per adescare i Romani si valgono, come i Sanniti a Caudio,
tentarono avvelenare Cleonimo, e del tempio di Diana fra i Peucezì visitato da Agatocle. Tuttavia nel caso di Livio non è necessario ricorrere a dottrina tanto recondita; l'ipotesi meno lontana dal vero è che qui, come rispetto alla storia della invasione gallica, Livio abbia attinto alle cronache del suo corregionale Cornelio Nepote. (Cfr. s. parte I, p. 89, n. 2).
(*) Liv, X, 3, 3: u itaque propter eos tumultus dictus M. Valerius Maxi-mus dictator magistrum equitum sibi legit M. Aemilium Paulum. id magis credo, quam Q. Fabium ea aetate atque eis honoribus Valerio subiectum; ceterum ex Maximi cognomine ortum errorem haud abnnerim „. Secondo la restituzione meno improbabile dei Fasti Cap. nel 301 a. C. (uno dei quattro anni dittatori), è dittatore M. Valerio Massimo, ed il maestro dei cavalieri è un Fabio, a cui succede un Emilio. Fra le città prese per quest'anno v'è Milonia, che si dice pure riconquistata nel 294 a. C., v. Liv. X, 34. Per il 294 in luogo di Fresilia (città a noi ignota) si menziona la del pari ignota Feritrum. Non abbiamo argomenti sicuri per identificare queste due ultime città; ma che si tratti di una località sola è tuttavia probabile; su ciò cfr. oltre.
E probabile che sia esatta la forma di * Plestina, „ dacché tale nome ricompare in quello dei u Plestini, „ un popolo dell'Umbria, Plin. XH. III, 114, il quale, come appare dalla IIXs;at:vrj X:jiv7) ricordata da Appiano, b. Ann. 9; 11, occupava la breve-pianura posta nei monti tra Camerino e Foligno, dove un lago ora dissecato ricorda ancora gli antichi abitatori. La Plestina, di cui qui si parla, non ha nulla a che fare con la città umbra; ma si comprende come questo sia uno dei tanti casi in cui i medesimi nomi ricompaiono nelle diverse regioni occupate dai popoli umbro-sabelli.
(2) Le parole di Livio, X, 37: "magister equitum pabulatum egressus ex insidiis circumvenitur, signisque aliquot amissis foeda militimi caede ac fuga in castra est conpulsus. qui terror non eo tantum a Fabio abhorret, quod si qua alia arte cognomen suum aequavit tum maxume bellicis laudibus, sed etiam quod memor Papirianae saevitiae numquam, ut dictatoris iniussu dimicaret, adduci potuisset, „ mostrano assai chiaramente come egli sulla veridicità di una tradizione invece di un'altra, anziché da criteri fissi, si lasciasse guidare da opinioni soggettive e dalla propria inspirazione; cfr. s. parte I, p. 86.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (469/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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