Storia di Roma di Ettore Pais
424 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* 1NTERV. DI PIRRO.
Questo stesso anno è memorabile per una nuova invasione gallica. Secondo Livio, gli Etruschi avrebbero pattuito l'opera dei barbari e pericolosi vicini affinchè fossero loro compagni in una spedizione contro i Romani. Senonchè avuta la mercede, i Galli si sarebbero rifiutati di danneggiare il territorio romano, allegando a pretesto che avevano solo pattuito di non devastare il territorio etrusco. Contro gli Etruschi muove daccapo il console M. Valerio succeduto a T. Manlio, morto per una caduta da cavallo, il quale incendia le loro case e villaggi, sicché i nemici non osano mostrarsi. Del tutto opposta è invece la narrazione più vetusta riferita da Polibio, secondo il quale i Galli fanno realmente una spedizione nel paese soggetto a Roma, a cui partecipano gli Etruschi, e ne traggono grande preda. Però fra gli stessi Galli, ritornati in patria senza pericolo, mentre attendono a dividere il bottino, scoppiano quelle discordie, che da Livio sono ricordate a proposito della mancata fede da parte dei Galli verso gli Etruschi. La versione polibiana ha quindi il pregio di mostrarci con quanta audacia si trasformassero in vittorie avvenimenti poco onorevoli per l'anni romane. (*)
Iu questo stesso anno, 299 a. C., secondo la versione liviana, si disegna sull'orizzonte una nuova guerra contro i Sanniti, che solo cinque anni innanzi avevano posate le armi. Gl'intenti ostili dei Sanniti sarebbero stati denunziati dai Picenti, che da coloro erano stati richiesti di alleanza, e che invece preferiscono l'amicizia dei
(V) La sobria narrazione di Polibio, II, 19 (che difficilmente, come pensa il Mommsen, roem. Forschungen, II, p. 297 sgg. (cfr. s. p. 106, n. 1) segue una fonte romaua, v. sopratutto dove dice: sv yj tyjv s:poSov tioiiqadusvca Sii Tt)ppy;v:a£ ó,ioò aosxpaTsoaajjLévwv oyioi T'jppyjvà>v xaì TisptfìaXójJLSvot, Xe:a£ tiXyjO-o^ ex ,ièv TYj£ Ta),aa:a)v ÌTì%cyJ.Xwg sTravrjXO-ov) si confronti con Livio, X, 11, 4: * M. Valerium consulem omnes senteutiae centuriaeque dixere, quem senatus dictatorem dici iussurus fuerat: tuia extemplo in Etruriam ad legiones proficisci iussit. adventus erus conpressit Etruscos adeo, ut nemo extra mnnimenta egredi auderet, timorque ipsorum obsidioni similis esset. neque illos novus consul va-standis agris urendisque tectis, cum passim non villae solum, sed frequentes quoque vici incendiis fumarent, elicere ad certamen potuit „. L'esame un poco attento di quanto qui si dice su Valerio, mostra che è la ripetizione di ciò che da Livio, X, 5, 13, è narrato per il 302.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (471/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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