Storia di Roma di Ettore Pais
430 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
contro gli Etruschi ed i loro confederati, così come per Tanno precedente si discorre di un tentativo per parte di patrici di riavere ambedue i consoli del loro ceto. Il popolo ed il Senato decidono che la somma delle cose sia affidata a Fabio. Livio del resto discorre reiteratamente a questo proposito di molte contese fra Appio Claudio e Volumnio, fra il primo e Fabio; e poiché segue una fonte favorevole ai Fabi, mette in rilievo la bella condotta dell'ultimo. Però dichiara che in altri annali di tutto ciò non v'era memoria; e nel fatto poi accetta una versione in cui lo stesso Fabio chiede che gli venga dato per compagno nella guerra il collega P. Decio, mentre al proconsole L. Volumnio è daccapo affidata come provincia il Sannio. (*)
Siamo così giunti al 295 a. C., Tanno famoso per la vittoria di Sentino. La guerra comincia favorevolmente per gli alleati, che presso Chiusi danno una notevole sconfitta al pro-pretore L. Cornelio Scipione; una intera legione romana sarebbe stata tagliata a pezzi. Però gli annali non erano d'accordo se i vincitori fossero stati Galli od Umbri. Quelli che dicevano essere Umbri, negavano che la vittoria dei nemici fosse stata così grande, e raccontavano di una rivincita, ottenuta da Scipione e da L. Manlio Torquato, che avrebbero loro ritolta la preda. La discordanza delle varie versioni appare anche da ciò che, mentre, stando a quella teste riferita, tutta una legione sarebbe stata fatta a pezzi, in modo da non restare in vita chi recasse la nuova della disfatta, nel racconto che Livio ci porge della susseguente battaglia di Sentino, L. Cornelio è uno dei capi delle schiere che combattono sotto il comando di Fabio. (2) Ad
(*) Liv. X, 21; 24, (cfr. 15, 12) 26, 5: u invenio apud quosdam extemplo consulatu inito profectos in Etruriam Fabiuni Deciumque sine nlla mentione sortis provinciaruni certaminumque inter collegas, quae exposui. sunt quibus ne haec quidem certamina exponere satis fuerit, adiecerint et Appii criminationes de Fabio absente ad populum et pertinaciam adversus praesentem consulem praetoris contentionemque aliam inter collegas, tendente Decio, ut suae quisque provinciae sortem tueretur. constare res incipit ex eo tempore, quo profecti ambo consules ad bellum sunt„.
'2) Liv. X, 26, 10: u deletam quoque ibi legionem, ita ut nuntius non superesset, quidam auctores sunt......sunt qui Umbros fuisse, non Gallos,
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (477/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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