Storia di Roma di Ettore Pais

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      436 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL' INTERV. DI PIRRO.
      territorio di Lucerà, che è assediata dai Sanniti, riceve invece una sconfitta, che gli annali romani confessano di mala voglia. Ma poi in una battaglia, in cui riesce a fermare la fuga dei suoi, facendo il voto di quel tempio di Giove Statore, che in una simile occasione si diceva avesse già votato Romolo, supera i nemici. Settemila ottocento Sanniti, su per giù come a Lucerà nel 319, sono fatti passare sotto il giogo; quattromila ed ottocento di essi sono uccisi. Ma due giorni dopo, facendosi il calcolo delle perdite da parte dei Romani, si nota che anche di costoro sono morti settemila ottocento. (*) Atilio ritorna verso il Lazio, e presso Interamna Casinate, essendosi imbattuto nei Sanniti, che non erano riusciti a prendere tale città, ritoglie lorola preda di cui erano carichi e li sconfigge. Chiede il trionfo, ma
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      avendo pagata troppo cara la vittoria e fatti passare sotto il giogo i nemici senza pretendere riscatto, non consegue l'ambito onore. (2) In perfetta opposizione con tutti questi racconti, l'annalista Claudio Quadrigario narrava che Postumio avrebbe bensì prese alcune città nel Sannio, ma che sarebbe poi stato vinto e ferito nell9Apulia e costretto a ritirarsi a Lucerà. La guerra etnisca Claudio non attribuiva a lui, bensì ad Atilio, che per essa avrebbe menato trionfo. Fabio Pittore, il più antico annalista, diceva invece che ambedue i consoli avrebbero combattuto a Lucerà, dove si sarebbe fatto il voto del tempio di Giove Statore. Fabio non diceva però che i Romani vi avessero conseguito una vittoria, ma parlava di grandi perdite patite da una parte e dall'altra; e quale dei consoli fosse poi passato in Etruria non determinava. (3) Gli Atti
      (*) Liv. X, 36, 14: u ita in medio caesi captique captivorum numerus fuit septein milium octingentorum, qui omnes nudi sub iugum missi; caesos rettulere ad quattuor milia octingentos. ne Romanis qnidem laeta Victoria fuit: recensente consule biduo acceptam cladein amissorum militimi numerila relatus septem milium octingentoruni Cosi nella guerra del 294 sono uccisi duemila ottocento Etruschi, Liv. X, 37, 2, in quella del 293 cadono duemila ed ottocento Sanniti, Liv. X, 39, 3. Anche nella sospetta battaglia di Nola del 216 a. C., secondo alcuni annalisti, sarebbero caduti duemila ed ottocento Cartaginesi, Liv. XXIII, 16, 15.
      <2) Liv. X, 35 sq.
      (3) Liv. X, 37, 13: u et huius anni parum constans memoria est. Postu-


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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