Storia di Roma di Ettore Pais
438 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL INTERV. DI PIRRO.
nia. (*) I due accampamenti romani sono fra loro distanti solo venti miglia, i consoli prendono comuni accordi per il buon esito della guerra. In una grande battaglia, minutamente descritta, in cui v'è il tratto caratteristico dei " pullarì, „ che abbiamo già notato in altre vittorie di L. Papirio, ossia del padre del console di quest'anno, (2)
(*) Amiternum che Sp. Carvilio prese u de Samnitibus, „ Liv. X, 30, non parrebbe a primo aspetto aver che fare con la beu nota Amiterno della Sabiua. La difficoltà del determinare codesta località è accresciuta dall'essere ignoto dove fosse Duronia, il cui nome ricompare, a partire dal III secolo, in quello di una nota famiglia romana, ad es. Liv. XXXIX, 9 sqq. ad a. 186 a. C. (cfr. dal lato etnico anche il nome dell'apula Diria).
Che nel Samnio ci fosse un altro fiume detto Ateruus (da cui Amiternum, Varr. d. I. L. V, 28), sarebbe ammissibile, per le stesse ragioni per cui in varie parti dell'Italia centrale ricompaiono nomi identici, come Ferentinum, Trebula, o Trebia; così Aufidus è fiume delle Puglie, Aufidena sul Sagrus è città del Sannio (Sangro). Tuttavia nulla esclude che Amiternum u oppidum de Samnitibus „ sia la vera e propria Amiterno dei Sabini. Gli annali romani c'informano iufatti assai scarsamente ed imperfettamente intorno ai movimenti delle legioni; e le regioni percorse chiamano vagamente Sannio o Sallentini o paese dei Marsi, mentre dal complesso delle indicazioni forniteci appare (ciò che abbiamo avuto ed avremo di nuovo agio di constatare), che queste designazioni si estendono od a regioni più vaste di quelle che tali nomi indichino, ovvero si riferiscono a determinazioni etniche più antiche, comprendenti paesi ai quali più tardi vennero assegnati confini più o meno differenti.
E poi noto e risaputo che i Sanniti, che erano di stirpe Sabina, Strab. V, p. 250 C, chiamavano se stessi Sabini (v. le monete con la leggenda u Safinim n Gakrucci, op. cit. tav. XCI, 24 sg.; cfr. il gentilicio u Safinius „ ad es. in Cic. prò Cluentio, 25, 68). Così i Sanniti che avrebbero tentato corrompere Manio Curio, Cic. Cat. Mai. 16, 56; (cfr. Enn. apd Cic. d. r. p. Ili, 3, 6); Plin. XH. XIX, 87; Val. Max, IV, 3, 5; Plut. Cat. Mai. 2, sono detti Sabini da Mbgacle apd Athen. X, p. 419. Anche la notizia sulla ricchezza dei Sabini, di cui parlava Fabio Pittore apd Strab. V, p. 228 C, pare riferirsi tanto ai Sabini quanto ai Sanniti vinti da Curio. Allo stesso modo il tempio di Giove Statore si collegava con una battaglia combattuta contro i Sanniti ovvero contro i Sabini, v. Liv. I, 12; X, 36; 37. Cfr. s. p. 434, n. 1, quanto abbiamo osservato sulle gesta di Appio Claudio, contro i Sabini ed i Sanniti.
Stando alla stessa tradizione romana più diffusa, Vell. I, 14, 6; Liv. ep. XI, nel 290 a. C. ai Sabini venne accordata la u civitas sine suffragio Nulla di strano che nel 293 si potesse pertanto parlare della presa di Amiterno. Tanto più che la tradizione comune suppone che sin dal 308-302 i Romani fossero venuti a contatto con i Marsi, i Vestini, i Marrucini ecc.
(2) Liv. X, 40, 12; cfr. Val. Max. VII, 2, 5. La notizia sul tf pocillum mulsi „ offerto da L. Papirio a Giove, Liv. X, 42, 7, si trova anche in Plinio, XH. XIV, 91.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899
pagine 746 |
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Pagina (485/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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