Storia di Roma di Ettore Pais
446 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL INTERV. DI PIRRO.
tradizione, e non Sp. Carvilio, due anni prima, come vedemmo teste, prende Cominio, la quale sarebbe stata assediata nel 292 da Fabio Gurgite. (l) Postumio prende quindi Yenusia, dove si delibera d'inviare ventimila coloni. L'arroganza di lui fa sì che a lui, caduto in odio al Senato ed al popolo, non venga affidato l'onore di fondare una colonia nella città teste conquistata, e nel seguente anno è condannato a pagare grave multa nei comizi tributi. (2) Tale notizia si direbbe autentica; sorprende però vedere che, otto anni dopo, il capo dell'ambasceria che si reca a Taranto per chiedere soddisfazione dell'affronto recato alle navi romane, è lo stesso L. Postumio, il conquistatore di Cominio e di Yenusia. (3)
Nel 290 a. C. ha fine la terza guerra con i Sanniti. I consoli P. Cornelio Rufino e Manio Curio Dentato trionfano su questo popolo con il quale per la quarta volta è rinnovato l'antico " foedus „.(4) Manio Curio, l'eroe di tal guerra, secondo le più recenti versioni nazionali, doma anche i Sabini, ed alle vittorie di lui tengono dietro le colonie di Sena Gallica, di Adria e di Castrum Novum, sulle sponde dell'Adriatico. Ma è certamente preferibile, anche questa volta, la cronologia delle fonti più antiche seguita da Polibio, dalla quale appare che tali avvenimenti sono posteriori alla guerra con i Galli Senoni, e che cadono verso il 285-284. Nel 285 circa a. C., secondo Polibio, i Galli pongono l'assedio ad Arezzo; v'accorrono i Romani, ma il pretore, o diremo meglio il console L. Cecilio, riceve una grande sconfitta ed egli stesso è ucciso. Si nomina in suo luogo Manio Curio e si chiede soddisfazione ai Galli dei patti violati; ma essi rispondono con l'uccidere gli ambasciatori. Scoppia quindi più violenta la guerra; i Romani devastano il paese dei Galli Senoni, ne* uccidono gran parte, cacciano i rimanenti dalle loro terre, eC1) Dion. Hal. XVII-XVIII, fr. 4. Cfr. Liv. X, 15; v. s. p. 497, n. 1, quanto notammo su Cimetra.
(2) Dion. Hal. XVII-XVIII, 4-5, il quale come Livio, ?p. XI, dice che Postumio avrebbe fatto lavorare i soldati romani nei suoi poderi. Sulla colonia di Venusia v. anche Horat. sat. II, 1, 34 sqq.; Vell. I, 14, 6.
(3) Dion. Hal. XIX, fr. 5; Cass. Dio. fr. 39, 5, p 114 Boiss.; Zonar. Vili, 2.
(4) Liv. ep. XI; Eutrop. II, 9 (cfr. Plin. KIL XXXIII, 142).
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (493/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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