Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'iNTERV. DI PIRRONovnm e di Sena, fissate inesattamente subito dopo le vittorie di Curio Dentato nel 290, l'epitome liviana ricorda alcune guerre contro i Volsinienei e contro i Lucani, i quali, guidati da un duce che le diverse fonti chiamavano Stenio Stallio ovvero Stazio Statilio, fanno guerra ai Turini. Costoro chiedono aiuto ai Romani, che l'accordano dietro proposta del tribuno della plebe C. Elio. (x) La cronologia di questi fatti, che cadono fra il 290 ed il 282, non è ben determinabile; e può ben darsi che la guerra contro Volsinì sia strettamente collegata con quella dei Galli e degli Etruschi, che secondo le concordi dichiarazioni degli antichi sono alleati. (2) L'aiuto recato
Sulle vittorie di Cornelio Dolabella v. Dion. Hal. XIX, fr. 13; App. Samn. f. 6; Celi. 11; Flor. I, 8; Eutrop. II, 10, 1. Secondo Orosio, III, 22, 12, nel consolato di Dolabella e di Domizio (u anno ab urbe condita CCCCLXIII = ossia 291X3— 294 a. C. secondo Orosio, —283 a. C. secondo i Fasti comuni) avviene l'attacco dei Sanniti, dei Lucani, dei Brnzi, dei Galli, i quali ultimi uccidono il pretore Cecilio. Stando ad Orosio, che si attiene alla versione più recente accolta da Livio, il pretore Cecilio, che perisce con tredicimila dei suoi, avrebbe cercato vendicare l'uccisione degli ambasciatori romani. Nel racconto polibiano di tale uccisione si discorre invece dopo la morte di Cecilio, e questa versione è pure quella riferita da Appiano, Celi. 11, il quale su ciò porge minuti particolari che al Mommsen, roem. Forschungen, II, p. 372, n. 123, paiono sospetti, ma cbe forse, contrariamente a quanto io stesso ho sopra detto, p. 116, n. 3, ove ho accettate le vedute del grande critico, non vanno del tutto scartati. Il dubbio del Mommsen si fonda in parte sulla somiglianza del nome del gallo Britomaris, cbe fa uccidere gli ambasciatori romani, con quello di Viridomaro, del duce iusubro ucciso da Marcello, Plut. Rom. 6; Marc. 6, 8. I particolari che Appiauo riferisce sulle membra dei romani sparse per i campi paiono rispondere alla reale efferatezza celtica.
Intorno alla grande vittoria di Domizio Calvino sui Galli Senoni, v. App. Samn. 6, 2; Celt. 11; cfr. Mommsen, m. c. p. 375. Circa al lago Vadimone nella valle Tiberina a sud dell'umbra Ameria, v.la bella descrizione di Plinio, ep. VIII, 20.
(*) Liv. ep. XI extr. Su Stenio Stallio ed il tribuno Elio, che quei di Turio onorarono con una statua ed una corona d'oro, v. Plin. XH. XXXXIV, 32. Valerio Massimo, I, 8, 6, afferma che duce dei Lucani e dei Bruz! era Stazio Statilio, ed accanto ai Lucani ricorda i BruzT. Valerio porge molti particolari sulla presa di Turi, e fra gli altri un aneddoto sull'epifania di Marte a favore dei Romani. Le notizie di questo autore, che ricorda anche il numero dei morti (ventimila), delle insegne tolte ai nemici (ventitre), serbauo in tutto e per tutto quelle medesime caratteristiche che notiamo nei diffusi racconti liviani per glianni 295-293 a. C.
(2) Oros. Ili, 2 2, 12; Zonar. VIII, 2. Le relazioni fra i Sanniti e gli Etru-
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (495/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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