Storia di Roma di Ettore Pais

Pagina (505/795)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      458 cap. vili. - dalla resa di napoli all* interv. di pirro.
      Altri autori narravano invece che avrebbe bensì votato tale tempio a fine di conseguire la concordia fra i vari ordini dei cittadini; ma che, non avendo ottenuto dallo Stato il fondo necessario per erigere a pubbliche spese un vero e proprio edificio, si sarebbe limitato a dedicare alla dea Concordia una piccola cappella di bronzo vicino alla località dove si accoglievano gli ambasciatori greci. (x) Finalmente redazioni fra loro opposte, pur convenendo che egli fosse stato l'autore della pubblicazione dei fasti, discordavano sul tempo in cui ciò sarebbe avvenuto. Si discuteva cioè se Gneo Flavio fosse vissuto ai tempi anteriori o posteriori al decemvirato del V secolo a. C., e si affermava o si negava che egli fosse stato l'autore delle formule delle azioni giudiziarie. Secondo alcuni annalisti, Gneo Flavio avrebbe infatti pubblicato le azioni ed il diritto civile, che sino allora era stato a sola conoscenza dei pontefici o di pochi potenti. Altri tali formule dicevano invece essere sorte dopo la pubblicazione dei fasti per scemare il danno che da ciò era derivato a quei potenti; si raccontava anzi che persino la tavola dei fasti esposta da Flavio fosse stata in seguito per qualche tempo occultata. (2)
      (*) Liv. IX. 46, 6: tf aedein Concordiae in area Vulcani su ni ma invidia nobilium dedieavit, coactusque consensu populi Cornelius Barbatus pontifex ma-xiiuus verba praeire, cum more maiorum negaret nisi consulem aut imperato-rem posse templnm dedicare, itaque ex auctoritate senatus latum ad populum est, ne quis templum aramve iniussu senatus aut tribunorum plebei partis maioris dedicaret „. Secondo la fonte di Plinio, NH. XXXIII, 19, Flavio fece bensì voto del tempio della Concordia ma: 14 cum ad id pecunia pubi ice non decerneretur ex multaticia faeneratoribus condemnatis aediculam aeream fecit in Graecostasi, quae tunc snpra Comitium erat, inciditque in tabella aerea factam eam aedem CCIIII annis post Capitolinam dedicatam „. La notizia pliniana pare derivare da Calpuruio Pisone; la redazione liviana sembra invece essere più recente. Cal-purnio Pisone contemporaneo all'erezione del tempio della Concordia di Opimio (121 a. C.) aveva ragione di parlare solo di una edicola, anziché di un vero tempio. Su ciò come sul dato dei CCIIII anni, v. s. p. 139; 270; cfr. al cap. sg.
      Quanto Livio, l. c. dice sulla legge sui templi e sulle are, che non fosse lecito dedicare senza consenso del senato o dei tribuni, si suole mettere in rapporto con il passo di Cicerone, de domo, 49, 127: "video eniiu esse legem ve-terem tribnniciam quae vetet iniussu plebis aedis, terram, arani conseerari: neque tam hoc i 11 e Q. Papirius, qui liane legem rogavit sensit cet. „
      (2) Intorno all'attività giuridica di Gneo Flavio, come al tempo in cui questi sarebbe vissuto, correvano due diverse opinioni. Secondo una, combattuta da


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

Pagina (505/795)




da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Stato Concordia Gneo Flavio Gneo Flavio Flavio Liv Concordiae Vulcani Cornelius Barbatus Plinio Flavio Concordia Graecostasi Comitium Capitolinam Calpuruio Pisone Pisone Concordia Opimio Livio Cicerone Papirius Gneo Flavio