Storia di Roma di Ettore Pais
460 cap. vili. - dalla resa di napoli all* 1nterv. di pirro.
cimile (304 a. C.), per impedire che le persone di umile condizione favorite da Àppio continuassero ad essere arbitri dei comizi, distribuì costoro, ossia i libertini, nelle quattro tribù urbane; ed in questo anno si diceva che Q. Fabio Rulliano avesse istituita la sacraIntorno all'attività giuridica di Appio Cieco, l'opinione più diffusa era che egli avesse publicato il calendario giudiziario e religioso, ossia i fasti e persino le forinole processuali, le u legis actiones „. Quest'opinione è espressa da Cicerone, de orat. I, 41, 186: u quia veteres illi, qui buie scientiae praefuerunt, obtinendae atque augendae potentiae suae causa pervolgari artem suam nolue-runt; deinde, posteaquam est editimi, expositis a Cn. Flavio primum actionibus nulli fnerunt, qui illa artificiose digesta generatili! componerent „. Questo stesso concetto è ripetuto nell'orazione prò Murena, 11, 25: * posset agi lege necne pauci quondam sciebant; fastos enim volgo non habebant; erant in magna potentia, qui consulebantur; a quibus etiam dies, tamquam a Chaldaeis, petebantur: inventus est scriba quidam Cn. Flavius qui cornicum oculos confixerit et sin-gulis diebus ediscendis fastos populo proposuerit „. Però Cicerone tosto aggiunge: itaque irati illi quod sunt veriti ne dierum ratione pervolgata et cognita sine sua opera agi lege posset, verba quaedam composuerunt, ut omnibus in rebus ipsi interessent, „ e così spiega il sorgere delle u legis actiones „.
Vi era dunque una versione che negava a Gneo Flavio la pubblicazione delle formule, e ciò risulta dalle stesse parole di Cicerone il quale altrove mostra di conoscere l'opposta. Nel passo già sopra citato e riferito, ad Att. VI, 1. 8, egli infatti dice: u nec vero pauci sunt auctores Gu. Flavium scribam fastos protulisse actionesque composuisse, ne me hoc nel potius Africani — is enim loquitur — commentimi putes„. Livio, IX, 46, 5 con le parole: "civile ius re-positnm in penetralibus pontificum, evulgavit fastosque circa forum in albo pio-posuit ut quando lege agi posset sciretur, „ riferisce dunque l'opinione volgare che è pur quella accolta da Pomponio, apd Dig. I, 2, 2, 7, sebbene questi dicendo: u postea cum Appius Claudius proposuisset et ad forniam redegisset has actiones, Cu. Flàvius scriba eius libertini filius subreptum librum populo tradidit, r dia luogo al sospetto che qui, come di consueto, riproduca poco esattamente le notizie delle sue fonti. Quanto però Pomponio afferma intorno alle " aotiones „ composte da Appio Cieco non è da attribuirsi a suo errore, dacché anche Cicerone, prò Caecina, 19, 54, mostra sapere della tradizione che ad Appio il Censore attribuiva la formazione delle u legis actiones „ dove dice: 14 actio est in auctorem praesentem bis verbis: quandoque te in idre conspicio. hac actione Appius ille Caecus uti non posset si tam vere homines verba consectarentur cet. „ Intorno a Cn. Flavio ed al u pontifex minor „ che curava i fasti, Macrob. I, 15, 9, v. la discussione che facciamo oltre.
S'intende che va ormai rinunziato alla teoria che con il secolo V a. C. collega le cinque u legis actiones „ dell'antichissima repubblica, dacché, a parte il carattere falso del racconto sulla u manus iniectio „ sul vindex libertatis „ nel processo di Verginia, (v. s. p. 286, n. 1 ; cfr. parte I, p. 550 sgg.) è chiaro
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (507/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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