Storia di Roma di Ettore Pais
LA LEGGE ORTENSIA. LE VITTORIE DI M\ CURIO
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vittorie di Manio Curio sui Sabini e sui Galli, si accordano sette, o come altri diceva, quattordici iugeri a testa; (*) inoltre si fa men-
all'anno in cui i Romani recavano aiuto a Tnrio, ciò che a seconda degli annali, v. s. p. 449, n. 1, pare fosse fissato fra il 285 ed il 282 circa a. C. Le parole dell'epitome liviana: a plebs propter aes alienum post graves et longas sedi-tiones ad ultimum secessit in Ianiculum „ danno adito alla supposizione che i moti di cui si parla e che furono composti finalmente dal dittatore Ortensio si siano verificati e ripetuti nello spazio di due o tre anni.
Degli Ortensi anteriori al dittatore creato fra il 288 ed il 288 a noi è ricordato il solo L. Ortensio, tribuno della plebe nel 422, Liv. IV, 42, intorno alle cui pseudo gesta abbiamo già sopra discorso, v. s. parte I, p. 614, n. 2. Gli Ortensi non conseguirono il consolato prima del 108, la pretura prima del 170 a. C.
Liv. XLIII, 4, 13.
(*) Sulle vaste terre conquistate da Manio Curio v. Pltn. XH. XVIII, 18; Flor. 1, 10, 15; Oros, III, 22, 11; Auct. de vir. ili. 33, 2. Sui sette iugeri di terra v. Val. Max. IV, 3, 5; Colum. I, praef. 14. Plinto, XH. XVIII, 18, i sette iugeri collegava conia cacciata dei re; questa misura sarebbe stata oltrepassata dopo le vittorie di M\ Curio. Sui quattordici iugeri v. àuct. d. vir. ili. 33, 6. Di quattordici iugeri a testa si torna a far menzione come di costume vigente per l'età di Mario (Plut. Crass. 2, 9), mentre per il 183, in occasione della fondazione della colonia di Saturnia, come per il 173 a. C. si parla ancora di un'assegnazione di soli dieci iugeri, Liv. XXXXIX, 55; XLII, 4, 4. Di soli otto si discorre per la colonia di Parma, di cinque per quella di Mutina. Assegnazioni assai più ampie abbiamo per le colonie latine del II secolo. A proposito delle deduzioni di Castrimi Frentinum (Turi?) 193 a. C.. di Vibo Valentia, 192 a. C., di Bononia, 189 a. C., di Aquileia 181 a. C., i pedites ottengono rispettivamente venti, quindici, cinquanta iugeri, Liv. XXXV, 9, 40; XXXVII, 57, XL, 34; e dimisura superiore ai cinquanta iugeri si discorre nel passo assai discusso ove si accenna alla deduzione di Luna (o di Luca?), Liv. XXXXI, 13, 5.
L'Auct. de vir. ili. I. c., sebbene racconti che Manio Curio rinunciò alla maggior quantità di terreno che gli veniva pubblicamente donato, pure in seguito (ove forse segue un'altra redazione) dichiara che gli furono * agri iugera quin-genta publice data Codesti cinquecento iugeri fanno pensare alla legge di Licinio Stolone del 367 a. C. Ma abbiamo veduto come questa legge, da relegarsi fra le falsificazioni della pseudo storia di quegli anni, presupponga tempi non molto anteriori al 220 circa a. C., v. s. p. 132 sgg.; 161 sgg. Può ben darsi che nei testi dell'auct. de vir. ili. sia riprodotto esattamente un dato che si trovava nelle fonti di questo compilatore. Tuttavia non è escluso vi sia errore materiale e che in luogo di 500 vada letto 50, dacché la divisione dell' a ager quaestorius „ della Sabina in lotti di cinquanta iugeri, Sic. Flacc. de cond. agr. p. 136 Lach.; cfr. p. 152; Hygin. de cond. agr. p. 115; Lib. col. p. 253; Mom-msen, ad CIL. IX, p. 396, si collega senza dubbio con la conquista della Sabina fatta da Manio Curio verso il 290 a. C.
Pais, Storia di Roma. Voi. I. - Parte II.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (512/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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