Storia di Roma di Ettore Pais
476 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'iNTERV. DI PIRRO.
anni dopo. La bellezza e l'opportunità dei luoghi invitava a rialzarvi rapidamente edifìci; e nel caso di Partenope a ciò contribuì il culto della Sirena, che dette per lo meno occasione a diffondere l'oracolo invocante l'edificazione di Neapolis. (*) Due città più che due quartieri di una città sola, o per meglio dire, una città nuova accanto agli avanzi di una vecchia, che potè con il tempo riacquistare parte dell'antico splendore, vennero pertanto a trovarsi una accanto all'altra, essendo fra loro alquanto distanti; e di tali fenomeni l'antichità ci porge molti esempi. Anche Siracusa, come notavano gli antichi e noi abbiamo in parte ancor modo di controllare, era costituita da un complesso di città aggregate fra loro, separate da mura distinte; e lo stesso ci è detto per Emporie, alle radici dei Pirenei, per Panormo in Sicilia, per Cartagine. I dati che ci sono anzi pervenuti sugli assedi di codeste ultime città provano come i diversi quartieri non solo fossero distinti, ma addirittura, come Napoli e Partenope, separati da intervalli. Essi ci insegnano per giunta che il quartiere vecchio di tali città venne talora detto Palepoli. Ciò ci è affermato espressamente per Emporie e per Panormo e si verificò per altri luoghi. (2) Alla stessa maniera, per citare solo
(*) Su questo fenomeno ebbi già occasione di rivolgere l'attenzione nelle mie: Alcune ossere. s. storia e s. ananinistr. d. Sicilia, etc. (Palermo, 1888L La critica moderna rispetto a queste come ad altre città antiche non coglie forse sempre nel .vero, perchè parte da fallaci concetti intorno al loro carattere edilizio ed alla loro importanza. Cfr. quanto dico in calce a questo volume rispetto all'incendio di Roma al tempo dell'invasione gallica.
(2) Questi richiami a Siracusa, ad Emporie, a Panormo, si presentarono già alla mente del Capasso.
Che Siracusa fosse costituita di tante città unite assieme, era rilevato espressamente dagli antichi, v. ad es. Cic. in Verr. a. $. IV, 53, 118, (Timeo); Liv. XXV, 25; Strab. VI, p. 270 C; che l'Acradina e l'isola avessero proprie e distinte mura è cosa nota e risaputa, (v. ad es. Plut. Tim. 9; Dio, 30; Diod. XXII, 8, 6). E vero che secondo i risultati dell'Hojlm. die Stadt Syrakus ed. Lupus (Strassburg, 1887 , p. 50, non ci sarebbero notizie di mura per i quartieri di Tica e di Neapolis; ma le parole di Livio, XXV, 25, 5: u inter Neapolim et Thycam — nomina ea partili in urbis et instar urbium sunt — posuit castra r fanno pensare l'opposto e ricordano l'operato di Publilio Filone, allorché si accampò fra le due città, provvedimento militare che per Siracusa venne notoriamente applicato in altri casi. Da Polibio, I, 38, 9, sappiamo che Panormo era
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (523/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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