Storia di Roma di Ettore Pais

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      CRITICA DELLA PRESA DI NAPOLI
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      fine, in varie città occupate dai Romani, accanto alla comunità dei cittadini ft Veteres „ si formarono i quartieri abitati dai nuovi coloni. (x)
      E poiché nulla si oppone all'esistenza di una città distinta e separata posta a nord-ovest di Napoli ed a questa preesistente, i dati topografici di Livio acquistano piena significazione. Si comprende come quattromila Sanniti occupassero il colle di Pizzofalcone e le località adiacenti, che formavano come la cittadella di Napoli. Si intende pure come costoro venissero ad arte condotti sulle sponde del mare nella regione marittima, ora in parte interrata, in cui sorgetogato), così come Cicerone trasferì, come è noto, nella sua villa tuscolana il nome delPAkademia.
      Con un'ipotesi di questo genere meglio che con qualunque altra si spiegherebbe T oscillare tra le forme a Megalia „ e u Megaris „ ed il loro sovrapporsi al nome di Partenope. Tuttavia con essa non si risolverebbe la questione del nome di u Magalia „ dato al sobborgo di Sinuessa. Ma dal passo di Cassio Emina sopra riferito apprendiamo che i u magalia „ di Sinuessa erano un sobborgo ; mentre a proposito di Napoli tal nome vediamo riferito ad un'isoletta. Parole apparentemente simili come u Megara, „ u Megaris, „ u Megalia „ e * Magalia „ possono essere state fra loro scambiate, confuse ed usate in sensi differenti così come lo furono a magalia „ e * mapalia „. Corto è ad ogni modo che nei dati di Stazio che riproduce le condizioni del golfo napoletano all'età dell'impero sarebbe vano voler ritrovare costantemente dati topografici che valgauo a spiegare la originaria colonizzazione greca o, quel che sarebbe ancor peggio, a documentare l'ipotetica colonizzazione fenicia anteriore alla greca.
      (*) Intorno a Casilinum v. s. p. 209, n. 1. Anche il nome di Nola, la u città nuova, „ come generalmente si spiega (cfr. Mommsen, unterit. Dialékte> p. 283) pare supporre una u città vecchia „ la quale è forse la i&v NoXavcòv
      ày.pótcoàtg, di cui si parla in Diodoro, XIX, 101 v. s. p. 400, n. 1. Si pensi pure
      *
      ai nomi tuttavia in vigore di Abella Vecchia, Lodi Vecchio.
      Rispetto alle città romane basti citare gli u Arretini Veteres, Aretini Fidentiores, Aretini Iulienses „ che da Plinio, NH. Ili, 52, sono ricordati come tre comunità distinte. Si notino pure gli u Agrigentini Veteres „ e gli u Hera-clienses Veteres „ della Sicilia, sebbene formassero un solo comune con i coloni dedottivi dai Romani, v. Crc. in Verr. a. s. II, 50, 123 sq. (cfr. App. b. c. I, 35). Anche la colonia Tarentum Neptunia dedotta nel 123 a. C. (Vell. I, 15. 4; cfr. Mommsen, ad CIL. IX, p. 21), potè in origine essere stata fissata in una zona di terra distinta dalla città greca, mentre un secolo prima, al tempo di Annibale, quando Taranto era città federata, le case dei Romani si trovavano nei quartieri abitati dai Tarantini. Per salvare dal saccheggio le dimore di quest'ultimi fu necessario distinguerle, Polyb. VIII, 33, 4; Liv. XXV, 10, 9.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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