Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP, Vili.-DALLA RESA DI NAPOLI ALL'iNTERV. DI PIRRO.
Esaminati da questo punto di vista i dati di Livio appaiono realmente assai incerti e discutibili. E per rischiararli non sembra esservi altra via che riconoscere, come abbiamo testò detto, la narrazione di lui contenere tre versioni le quali, con diverse tendenze, spiegavano come il comune di Napoli riconobbe l'egemonia romana e che Livio in realtà segue una tradizione differente dalle due che dichiara di conoscere. Sappiamo che Neapolis ai tempi di Pirro, non meno che durante le guerre puniche, fu una delle città le quali mantennero fede a Roma. Di questa fermezza d'animo 11011 sarebbe però giusto tributare il merito al solo elemento greco, il quale, come generalmente si avvertiva dai Romani, era mal fido. Non v'è ragione che ci consigli a credere che meno leale si sia mostrata quella parte della popolazione napoletana la quale era di origine sabello-campana. È poi lecito dubitare che ai Campani di Neapolis sia stato fatto trattamento peggiore di quello accordato ai Sanniti di Reggio, che sotto certe condizioni potevano diventare cittadini romani. (*) I due elementi greco e sabello-campano occupavano a Napoli, secondo ogni probabilità, due quartieri differenti, così come a Roma il più recente elemento sabino, se diamo fede alla testimonianza degli antichi, concorde a partire da Ennio, occupò un colle diverso dal Palatino su cui si era già fissato il primitivo nucleo ramnense. (2) Fra codesti due elementi, il grecoPolyb. Ili, 24, 3. E noto infatti che Cartagine ed CJtica vogliono dire rispettivamente: 11 la città nuova T e la a città vecchia Lo stesso vediamo nel trattato citato (v. s. p. 482, n. 1) fra Lygdamis e gli abitanti di Alicarnasso-Sal-macide. Cosi nel senatoconsulto degli Afrodisiensi del 42 a. C. M. Antonio si rivolge agli Afrodisiensi ed ai Plarasiei, CIG. II, 493, n. 2737.
(*) Reggio continuò ad essere città federata fino alla guerra sociale ed ebbe condizioni analoghe a quelle fatte ai Napoletani (cfr. Mombisen, ad CIL. X, n. 3). Se perciò Strabone, VI, p. 258 C, parlando dei Sanniti di Reggio dice: xoòg àpyyjysTag aùx&v %otv(ovv}oai ePa)(jLaiocg xyjg TnoXtxefac;, ossia per mezzo delle magistratura (il * Latium minus dell'età imperiale), non v'è motivo di pensare diversamente verso Napoli, la cui u eximia semper in Romanos fides „ è particolarmente rilevata, Vell. 1, 4. 2. Che a Napoli vi fosse un elemento sannitico, si ricava esplicitamente da Livio, VIII, 26, 6, e da Dionisio, XV, 8; sull'elemento campano, v. s. p. 480, n. 4.
2) Enn. apd Varr. d. I. L. V, 55.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (531/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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