Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. VITI. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL 1NTERV. DI PIRRO.
      essere stati esposti da chi aveva presente quella sostenuta contro Annibale ed anche la sociale del I secolo a. C., è lecito emettere il dubbio se Papio Brutulo, il duce sannita che in codesta campagna condotta secondo alcuni da un Cornelio, anziché cadere in mano del nemico preferì uccidersi, non sia, almeno in parte, l'anticipazione di quel Papio Mutilo, che si tolse la vita anziché venire in mano di Cornelio Siila, del terribile nemico dei Sanniti. (*)
      Quest'ultima ipotesi per se sola si presenta come azzardata e priva di qualsiasi fondamento. Tuttavia, che le gesta dell'età siila na siano state tenute presenti dagli scrittori che nel I secolo a. C. elaborarono ulteriormente i più antichi racconti delle lotte sannitiche, risulta dall'esame della catastrofe delle Forche Caudine, ossia dal racconto che tiene immediatamente dietro all'infida narrazione sulle imprese degli anni 325-322 a. C. Anche esso porge infatti materia a gravi dubbi. Lo scacco patito dalle armi romane dovette essere così grave e palese che a costoro non riuscì occultarlo o magari, ciò che fecero per simili avvenimenti anche a proposito della nostra guerra, di trasformarlo in una vittoria. In compenso la tradizione nazionale, come nell'occasione della catastrofe gallica, fìnge una clamorosa rivincita, che tosto discuteremo. (2) A ciò si aggiunge che la stessa confessione dell'umiliazione sofferta porge ausa agli annalisti di nobilitare la grandezza romana. La versione
      «rpiù diffusa ed accolta da Livio parla di resa, ma nasconde la sconfitta dissimulata da altri racconti, ed ai Romani fa vanamente chiedere ai Sanniti di provarsi con l'armi. Al turpe partito della resa si sarebbero dovuti appigliare, come già al tempo dell'assedio gallico, in causa della fame; ed il personaggio che avrebbe insistito nella necessità di subire l'onta delle forche sarebbe stato un L. Cornelio Lentulo, che avrebbe dato un consiglio ben differente da quello
      1 Liv. ep. LXXXLX; Gran. Ltcin. p. 39 ed. Bonn; App. b. c. IV, 25.
      2 Le catastrofi delPAllia e di Cattdio solevano essere associate fra loro, v. ad es. Liv. XXV, 6, 10; XXXV, 11, 3, perciò la storiella della u curia Pancia, „ riferita anche per tuia terza occasione, compariva tanto a proposito della prima che della seconda, v. Licin. Macr. apd Liv. IX, 38, 15. Lo stesso vale per l'aneddoto di L. Cornelio Lentulo alle Forche Caudine; sul che v. la nota sg.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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