Storia di Roma di Ettore Pais
504 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'INTERV. DI PIRRO.
tribuno si sarebbe chiamato Publilio; avrebbe adunque avuto il nome del console rivendicatore dell'onta Caudina. Così nelle varie redazioni relative all'abolizione del a nexum „ erano fra loro scambiati i nomi del reo e della vittima. Da queste circostanze non viene certo luce assai favorevole alle narrazioni sui consolati di un Publilio nel 326, nel 320 e nel 315 a. C., vale a dire per gli anni in cui si parlava della legge sul " nexum, „ per cui con molte varietà e contraddizioni si discorreva dell'imprese di quel celebre personaggio contro i Sanniti. (*) Ma da tali circostanze non viene neppure luce e conferma al consolato di Veturio e di Postumio nel 321 a. C.
Xon abbiamo certo argomenti decisivi per negare che la resa di Gaudio sia avvenuta nel 321 sotto i consoli teste ricordati. Tuttavia non può sfuggire che lo stesso racconto delle Forche Caudine ricompare più volte negli annali romani per anni diversi e sotto diversi nomi di consoli. È evidente che si accenna a Caudio doveCaudine e che sarebbe morto nella miseria, sicché il figlio pietoso non avrebbe avuto con che fare i funerali, ila codesto TLctzXìov ulóg, come ho già fatto notare (v. s. p. 283, n. 1), non è che Publilio il pudico giovanetto, che secondo la versione accolta da Livio, Vili, 28, si sarebbe fatto 44 nexus „ del creditore prima del 326 a. C. Con queste varie versioni stanno in stretta relazione i fasti che nel 326 e nel 320 Publilio, fanno proconsole o console, v. s. p. 282 sgg.
Quanto Dionisio dice sull'aiuto, ossia siili'u eranos „ dei auyysveìc, sul quale il giovane Publilio fece vano assegnamento, sebbene sia espresso con parole che convengono ad una ben nota istituzione greca, corrisponde nell'essenza a norme romane, cfr. ad es. ad. a. 187 a. C. Liv. XXXVIII, 60, 8: * collata ea pecunia a cognatis amicisque et clientibus, „ di cui si trova traccia anche a proposito di una delle cerimonie che accompagnavano il matrimonio; ma di ciò nel voi. seguente. Quanto infine si presuppone per le formalità del diritto internazionale rispetto alla u deditio „ delle u noxae, „ di cui troviamo un'applicazione pratica pure per il 187 a. C., Liv. XXXVI1T, 42, 7, non costituisce un principio di diritto proprio ai Romani, ma è comune anche ai Greci, come mostra ad esempio la storia degli spartani Boulis e Sperties, Herodot. VII, 134.
(l) V. s. p. 469 sgg. Si noti che per il 315 (a cui succede nel 314 e nel 313 un Petelio) dalla versione liviana (almeno nei nostri testi) non si parla di Publilio e Papirio ricordati dai Fasti Consolari Capitolini, dal Cronografo del 354. Invece di Publilio le fonti di Diodoro, XIX, 66, avevano Popilio Lenate e questa versione è seguita dai Fasti Idatiani e dal CJironicon Paschcde. A quanto fu già osservato (v. s. p. 283, n. 1); cfr. n. precedente, sullo scambio fra Popilì e Pu-blilf si aggiunga Oros. V, 15, 24, per il Popilio di cui si parla s. p. 108, n. 1.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (551/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Publilio Caudina Publilio Sanniti Veturio Postumio Gaudio Forche Caudine Caudio TLctzXìov Publilio Livio Vili Publilio Dionisio Publilio Liv Liv Romani Greci Boulis Sperties Herodot Petelio Publilio Papirio Fasti Consolari Capitolini Cronografo Publilio Diodoro Popilio Lenate Fasti Idatiani CJironicon Paschcde Popilì Pu-blilf Oros Popilio
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