Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
      che il disastro di Caudio fosse stato causato dalla poca avvedutezza di uno dei loro antenati. E, per quello che pare, anche i Veturì allontanavano da sè simile colpa. Nelle monete dello Stato, battute sotto la loro garanzia i Veturì facevano pompa dei " foedus, „ che un loro antenato avrebbe concluso con un popolo alleato. Si è giustamente messo in rapporto codesta indicazione con la notizia secondo cui, durante il primo consolato di T. Veturio e Sp. Postumio (nel 334 a. C.) si sarebbe accordata la cittadinanza romana ai Campani e ad una parte dei Sanniti. Ma questa versione urta con quella accolta da Livio, secondo la quale i Campani la conseguirono nel 343 ovvero nel 338 a. C. Non è pertanto fuori di luogo pensare che i Veturì si vantassero di benemerenze verso i Sanniti, e spiegassero a loro modo i rapporti con codesta gente e con i Campani. Nel 320, secondo Livio, il quale accoglie del resto dati contraddittori intorno alla condotta tenuta verso i Romani, i Campani dopo la disfatta Caudina avrebbero accordato vesti ed armi ai consoli Postumio e Veturio, aftinché con il loro esercito si riconducessero a Roma in aspetto meno umiliante. Nelle narrazioni relative ai rapporti dei Veturì verso i Campani abbiamo pertanto l'eco di due diversi e contraddittori racconti; così come parte af-
      [Plut.] min. par. 3, secondo il quale Postumio Albino perde tre legioni a Caudio, ma prima di morire innalza un trofeo a Giove TpoTtatoo/og ed è poi vendicato da Fabio Gurgite, che invia a Roma il capo dei Sanniti (ossia Ponzio). E chiaro che il romanziere mescolò e trasformò quelle vicende che negli annali ufficiali,
      v. Dion. IIal. XVII-XVIII, fr. 4 sq.; Liv. X, 37; 46, erano riferite al 292-291
      a. C., durante i quali anni Fabio Gurgite è preceduto o susseguito da L. Postumio, che nel 294 è console, nel 293 legato, nel 291 daccapo console. Ma come abbiamo veduto, v. s. p. 444 sgg., anche codesti dati ufficiali erano oltremodo discordi fra loro. Il romanziere noto sotto il nome di Aristide Milesio, elaborava notizie che avevano rapporto con la versione di una battaglia sfortunata a Gaudio (versione nota anche a Cicerone, de off. Ili, 30, 109, v. s. p. 387, n. 1), con quella che un Postumio diceva pericolante a Tiferno nel 305, sconfitto a Luceria nel 294 a. C., Liv. X, 37, 13, ed infine con la grande vittoria di Fabio Gurgite nel 292 a. C. L'elemento fantastico aveva forse parte nella narrazione diffusa di Dionisio, XVI, 1, ove, sebbene con variazione di numeri, per il teilipo immediatamente anteriorie alla catastrofe di Caudio si parlava (come facemmo già osservare; di quei prodigi che si raccontavano pure per il tempo di Pirro, Oros.
      IV, 1, 17.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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