Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL' INTERV. DI PIRRO.
Fra le vicende più importanti che avrebbero tenuto dietro alla resa delle Forche Caudine ed alla pretesa rivincita di Luceria, nel 320 a. C., v'è quella delle discordie intestine, che lacerando Capua verso il 318 avrebbero spinti i Romani ad inviarvi annualmenteopinione sono in fondo i seguenti: 1° autenticità del racconto liviano, che si cerca controllare e determinare nei singoli particolari, 2° considerazioni ricavate dalle epigrafi e dagli itinerari, che fanno collocare l'antica Caudio piuttosto a Monte-sarchio che altrove, 3° il nome di Forcina e di Costa Cauda, che hanno tuttora una parte della valle fra Arienzo ed Arpaia e le pendici del monte Tairano fra Arpaia ed Airola.
A me sembra che questi argomenti abbiano tutti un valore assai relativo. Il nome Forcina, che nel medio evo si trova usato per indicare la moderna Forchia, v. i passi ad es. apd Stukrenburg, m. c. p. 16, n. 33, non esclude che in diverse parti delle valli che circondavano Caudio vi fossero angustie dette a forche, „ così come tuttora in varie parti dell'Appennino, a seconda delle varie regioni d'Italia, si ritrova il nome di "foce, „ di u lima, T di 'gravina,, ed anche di u forchia r. Si aggiunga che la tradizione liviana, la quale evidentemente, come ripetiamo fra poco, si riferisce alla valle fra Arienzo ed Arpaia, dovette far trionfare in ogni caso l'opinione che tali Forche erano là ove oggi è Forchia. Lo stesso vale a maggior diritto per la " costa Cauda, „ dacché tutta l'ampia valle di Montesarchio si chiama tuttora Valle Caudina, e non sarebbe più giusto dai nomi sopra ricordati ricavare un dato sulla posizione di Caudio, più di quello che lo si potrebbe dall'epiteto del moderno paese di u S. Martino in valle Caudina, r paese che si trova in una parte affatto diversa dell'ampia valle di Montesarchio.
Caudio dell'età romana, stando ai dati degli itinerari, stava a Montesarchio, v. Mommsen, ad CIL. IX, p. 198; 673, ed ivi si trovarono varie iscrizioni di carattere pubblico, v. ad es. 2161; 2171-2173, 6293, le quali farebbero pensare che ivi fosse la città romana. Ma è notevole che ad Arpaia si trovino altri titoli, i quali testimoniano lo stesso fatto, ossia il n. 2168, e soprattutto il n. 2165, dove a conferma di una indicazione del Lib. Coi. p. 232, si afferma attribuito alla colonia di Benevento la città di Caudio e il suo territorio: * in territorio suo quod cingit etiam Caudinornm civitatem muro tenus „. Da ciò potrebbe forse ricavarsi che vi erano per lo meno due parti della città di Caudio (il titolo 2168: 14 M. Cluvius M. f. Fai. Caudi Priscus cet. r potrebbe far pensare che la curia fosse a Montesarchio . E ciò si potrebbe spiegare in due modi, o supponendo che nel corso degli anni (di ciò abbiamo per l'età romana esempi numerosi che è inutile ricordare la città si fosse spostata dall'antica sede, ovvero che i Sanniti di Gaudio abitassero sparsi, come in generale ci è detto per i Sanniti della regione montuosa: 14 nani Samnites ea tempestate in montibus vicatim habitantes „ Liv. IX, 13, 6 ad a. 320. L'abitare in vici, era uno dei costumi comuni a tutte le razze Sabelliche (cfr. Strab. V, p. 250 C; App, Saniti. 4) ed ai Celti, v. ad
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (557/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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