Storia di Roma di Ettore Pais
LE RELAZIONI CON I CAMPANI NEL 318-314 A. C.
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facendo allora atto di soggezione insieme alle altre città ribelli ottengono daccapo pace ed alleanza. Secondo la versione liviana, avuta notizia della congiura campana, i Romani inviano invece il dittatore C. Menio, il quale fa quella inchiesta per cui i Calavi, capivalico, che è presentato cosi pericoloso, in realtà era il più agevole e praticabile di ogni altro, e che appunto perciò i Romani vi fecero passare la via Appia, la più centrale ed importante delle strade del mezzogiorno della Penisola.
Non è esente da dubbi o sospetti quanto si narra rispetto a Caudio ed a Ponzio. Livio non dice esplicitamente quale fosse la patria di Ponzio, e non lo si ricava nemmeno da Cicerone, Cat. Mai. 12, 41; de off. II, 21, 75, che si limita a chiamare a Samnis „ il padre di lui. Tuttavia dicendosi che T. Valerio e Sp. Postumio, i consoli che dovevano essere consegnati come u noxae, „ vennero condotti a Caudio, che ivi non furono accettati da Ponzio, Liv. IX, 10, 6, e che Publilio Filone, il console del 320: a substitit adversus Caudinas legiones, „ IX, 12, 9, si viene implicitamente a riconoscere che Ponzio era di Caudio e che ivi aveva la sua sede.
Ma se Ponzio era di Caudio, e Caudio si trovava ad Arpaia, vale a dire a circa un chilometro da Forchia, od anche a Montesarchio, che per una via facile distava meno di dieci chilometri, non vedo come mai si potesse affermare che Ponzio ed i suoi compagni d'armi: a Herennium Pontium patrem imperatoris per litteras consulendum censent, „ Liv. IX, 3,4. L'inviare due volte il corriere a! vecchio Erennio, il dire che egli si decise a giungere nell'accampamento sannita sebbene affranto dagli anni iam is gravis annis.... in corpore tamen adf'ecto vigebat vis animi r<; u senex plaustro in castra dicitnr advectus, „ Liv. IX, 3, 5; 9j, anziché ad una località così vicina, conviene ad una più discosta. Anche per questo motivo si sarebbe tentati di prestar fede ad Eutropio, X, 17, 2, ed all'AucT. de vir. ili. 30, i quali a Ponzio dànuo il cognome Telesino e lo fanno quindi antenato del ben noto Ponzio Telesino, duce dei Sanniti del tempo di Siila. Possono esservi state divergenze sulla patria di Ponzio Telesino, come vi sono per tutti gli altri particolari di questa guerra. E con ciò sta anche in rapporto la circostanza che, secondo la fonte di Cicerone, Cat. Mai. 12, 41; de off. II, 21, 75, (= Catone, su ciò v. oltre) il padre di Ponzio non si sarebbe chiamato Erennio bensì Gaio. Ove poi si ammettesse che il vecchio Erennio Ponzio fosse giunto sul campo dalla città di Telesia (oggi Telese), si rinforzerebbe il sospetto che la valle in cui avvenne la catastrofe dovesse cercarsi in una regione meno lontana da quella città. In tal caso nessun luogo sarebbe più alto della valle del-risclero, che formatosi nella valle Caudina, al disotto di Saticula va a confondersi con il Volturno.
Questo primo sospetto parrebbe rafforzato da un secondo: Livio dice che l'esercito romano si trovava a Calatia, e che di là, dalle insidie sannitiche fu tratto nel mal passo di Caudio. Non v'è ragione di dubitare che nei nostri testi di Livio, IX, 2, 2, vi sia errore. La menzione di Capua, come fu fatto più volte notare, Liv. IX, 6, 4, ci avverte che quest'autore vuole proprio parlare di Calazia
Pais, Storta di noma. Vo). I. - Parte li. 33
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899
pagine 746 |
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Pagina (560/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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