Storia di Roma di Ettore Pais
518 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'lNTERV. DI PIRRO.
contro i Sanniti, per aver deliberato di far contro costoro una guerradi esterniinio non regolata dalle norme del diritto internazionale
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e per non aver tenuto conto di certi prodigi celesti. (1) Le loro colpe essi espiano con l'umiliazione delle Forche Caudine; ed in questa occasione i Campani, da sudditi fedeli, aiutano ed incuorano i loro signori; che anzi delle loro interne discordie chiedono poco dopo rimedio ai Romani, i quali danno loro leggi ed i u praefecti iure dicundo „. Con questa versione sta pure in rapporto la storiella della pace caudina fatta da Postumio e la difesa della sua sponsione per opera del tribuno M. Livio. L'altra versione, la quale nelle linee fondamentali si presenta come la più antica e la meno indegna di fede, raccontava invece di una aperta insurrezione da parte dei superbi Campani e di una repressione per mezzo delle armi, la quale, sebbene non impedisse la restituzione dell'antico " foedus, „ avrebbe provocato alcuni provvedimenti da parte dei Romani, che li garantissero contro una nuova ribellione. In questa occasione, secondo codesta seconda versione, si sarebbe forse compiuta l'occupazione dell'agro Falerno. (2) L'esistenza del resto di redazioni diverse da quelle accolte da Livio, e generalmente accettata dagli scrittori posteriori, appare anche da un'indicazione di Cicerone. Gli annalisti romani a lui noti parlavano infatti di guerresostenute contro il saggio Ponzio, padre del vincitore di Caudio, di
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cui nelle altre narrazioni superstiti non è giunto ricordo. (3)
La guerra sannitica scoppia di nuovo e con grande violenza
(*) Sui prodigi v. Dion. Hal. XVI, fr. 1.
(2) Una delle due versioni è attenuata dall'altra dove Livio, IX, 6, 5, osserva: * evincit miseratio iusta sociorum superbiam ingenitam Canipanis
(3) Con codesti racconti di guerre sostenute dai Romani contro il padre di Ponzio ha relazione infatti l'aneddoto riferito da Cicerone, de off. II, 21, 75: tf utinam, inquit C. Pontius Samnis, ad illa tempora me Fortuna reservavisset et tum essem natus, quando Romani dona accipere coepissent „. C. Ponzio, che avrebbe pronunciato queste parole non è il vincitore di Caudio, ma, come appare dallo stesso Cicerone, Cat. Mai. 12, 41, il padre di lui. Tale aneddoto, come farebbe pensare uno studio un poco approfondito di tutto il trattato ciceroniano su Catone il vecchio, parrebbe derivare da quest'ultimo scrittore. Su ciò torno a discorrere nel corso del capitolo.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (565/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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