Storia di Roma di Ettore Pais

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      520 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
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      accorda con l'altra tradizione nazionale che parlava dei Fabi inviati a Chiusi al tempo dell'assedio gallico, per tacere delle relazioni che si suppongono esistenti fra Roma e Chiusi sin dal tempo del mitico re Porsenna. Il racconto di Livio oltremodo confuso sta in opposizione a quello in parte più corretto di Diodoro, il quale discorre di una scorreria di Fabio in paesi Etruschi da molto tempo non più percorsi. Per giunta nella narrazione liviana appariscono evidenti duplicazioni e contradizioni dove si parla delle due battaglie di Perugia e della grande sconfitta che Fabio avrebbe data agli Etruschi presso Sutrio. (x) Non v'è forse ragione di dubitare che verso il 310, se non qualche anno dopo, Q. Fabio abbia con un'abile diversione preso alle spalle gli Etruschi che assediavano Sutrio. Ma abbiamo evidente esagerazione ed anche falsificazione dove si discorre delle esplorazioni fatte dal fratello di lui sino a Camerino, dei sessantamila Etruschi uccisi o fatti prigionieri (2) e ove infine si afferma che codesta battaglia avvenne presso Perugia. Se ciò fosse o no vero era del resto oggetto di divergenze fra gli antichi. (3) Ed è chiaro che, anche dal lato cronologico, non è ammissibile che, durante la sola campagna del 310. Q. Fabio potesse vincere gli Etruschi a Sutrio, fare eseguire dal fratello così vaste esplorazioni, superare di nuovo gli Etruschi a Perugia, domare gli Umbri, conchiudere una tregua per trenta anni con i Perugini gli Aretini ed i Crotoniati, quindi rivincere gli Etruschi radunatisi al lago Vadimone e, sempre nello stesso anno, muovere daccapo contro i Perugini che avevano rotte le tregue ed obbligarli ad arrendersi. Per spiegare convenientemente tali fatti, che male si
      (1) V. s. p. 407. Ciò è stato rilevato varie volte, ad es. dal Pflug, vì. e. p. 11, dal Kakrst, tn. c. p. 742.
      (2) I sessantamila Etruschi morti o fatti prigionieri da Q. Fabio Massimo presso Sutrio nel 310, Liv. IX, 37, 11, fanno ripensare involontariamente ai centoventi o centotrentamila Allobrogi ed Arverni, di cui si discorre a proposito della vittoria all'Isaia di Q. Fabio Massimo nel 121 a. C. Si pensi anche ai settantamila Galli che, irritati dai Fabì, muovono contro Roma nel 390 a. C. (= 387), Diod. XIV, 114.
      (3 Liv. ]X, 37, 11: u eam tam claram pugnam trans Ciminiam silvani ad Perusiam pugnatam quidam auctores sunt y.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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