Storia di Roma di Ettore Pais
CRITICA DELLE GESTA DEL 310 A. C
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accordano con le operazioni militari di questo periodo, che non oltrepassano in generale i sei mesi, (*) occorre supporre che nella narrazione liviana vi sia una dittografia, e che nel solo 310 si siano concentrate le vicende, le quali in parte ricompariscono nel 308 (il 309 è dato dai Fasti e manca a Livio) in cui si discorre di nuove guerre contro gli Umbri raccolti a Mevania e vinti nella plaga Materina ed in cui gli Ocriculani avrebbero fatto alleanza con Roma. Si spiega quindi come il compilatore degli Atti Trionfali, seguendo una versione recente, discorresse di un falso proconsolato di Q. Fabio nel 309 a. C, il quale, stando a questo documento, avrebbe allora trionfato sugli Etruschi. (2) Le notizie relative alla guerra umbra ilei 308 mostrano che il campo di azione di questo anno è meno esteso di quello del 310, in cui cade la menzione di Camerino. E le favorevoli disposizioni dei cittadini di codesta città a contrarre alleanza con i Romani, che sono loro noti, (3) stanno in perfetta opposizione con il timore da parte del senato romano all'udire che Fabio, avendo osato attraversare la selva Ciminia, si è inoltrato in paesi non ancora conosciuti. È evidente che da un lato v'era esagerazione da chi glorificava le gesta dei Fabì e quindi restringeva deliberatamente l'orizzonte geografico politico jioto ai Romani, i quali, sino dal tempo delle guerre galliche, non avrebbero ignorato del tutto la natura del paese giungente sino a Chiusi. Appare dall'altro, che, per raggiungere il medesimo fine, si spinse molto al di là del vero l'estensione del paese allora o poi percorso e domato da Q. Fabio.
La spiegazione completa delle ampie gesta del 310 si ottiene in
(*) La durata di cinque mesi, cbe corrisponde in fondo a quella massima dell'imperio semestrale dei dittatori, è data da Diodoro, XX, 80, per Pimportante campagna sannitica del 306 (cfr. la durata della guerra sannitica in anni 22 e mesi 6, Diod. XX, 101). Essa è pur riferita da Livio, X, 15, per la guerra contro questo medesimo popolo nel 297 a. C.
(2) Su questo falso proconsolato e sui proconsolati in genere v. oltre nel corso del capitolo.
(3) Non ammettono altro significato le parole di Livio, IX, 36, 7, rispettu al fratello del console Q. Fabio presentatosi arditamente ai Camerti: fateri Ro-manum ausum, „ al quale coloro dichiarano: u iuventutem Camertium Umbrorum in arinis paratam imperio futuram
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (568/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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