Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP, Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL' 1NTERV. DI PIRRO»
mici, e che essa avrebbe segnato il principio della decadenza della potenza etnisca, f) L'alleanza degli Etruschi con i Galli era determinata, secondo ogni verosimiglianza, anche dal fatto che in vari punti dell'Etruria, e non solo come mercenari, s'erano fissate popolazioni celtiche; ciò dette pure origine alle diverse denominazioni dei nemici. Un caso analogo noteremo fra poco a proposito degli Umbri alla battaglia di Sentino; intanto facciamo rilevare come la battaglia del lago Vadimone del 283 paia essere stata anticipata al 310, alla stessa guisa che al 310 vennero attribuite quelle fazioni contro i Perugini e gli Aretini, che sono daccapo ricordate per il 295, Fanno della battaglia di Sentino, o per il successivo. (2) Non è vero infatti che il 310, il primo anno in cui i Romani avrebbero osato avanzarsi molto a nord di Sutrio e della selva Ciminia, gli Etruschi sarebbero stati per sempre fiaccati. Fin dopo il 295, in cui costoro combatterono fieramente, o meglio sino al 283 non si può discorrere di una completa rovina della potenza delle città settentrionali di tal gente, ossia di Perugia, di Cortona, di Arezzo. (3) Le parole di Livio si adattano invece giustamente alla grande sconfitta del lago Vadimone del 283, per effetto della quale la potenza etnisca declinò così rapidamente che dopo tre anni, ossia dopo il trionfo del 280 sui Yolsini e Vulcì, non si parla più di vittorie conseguite su codesta gente ormai disfatta, e che al tempo di Annibale aveva forse più timore dei tribunali che delle legioni romane. (4)
Siamo arrivati alla critica degli avvenimenti relativi alle guerre contro quasi tutte le popolazioni dell'Italia centrale, ossia contro i Galli, gli Etruschi, gli Umbri, i Sanniti e gli Apuli. Avvenimenti di
(l) Polyb. II, 20, 2 ad a. 2b3 a. C.: sv Sè xrj jjiaxaùxv; (cioè del lago Vadimone; Toppyjv&v jisv oi itaeìowsi y.axexó7ur4oav, xojv 8è Boégdv xeXétog àXiyo: S'.écpuycv; Liv. IX, 39, 11 ad a. 310 a. C.: i 11 e primum dies fortuna vetere abundantes Etruscorum fregit opes. caesnm in acie quod roboris fuit cet. „
2 Liv. IX, 37; X, 30.
Liv. IX, 37, 12: 14 itaque a Perusia, et Cortona et Arretio, quae ferme capita Etruriae populorum ea tempestate erant cet. „ cfr. X, 37, 4: * tres va-lidissinae urbes, Etruriae capita, Vulsinii Perusia Arretium Le città dell'Etrnria meridionale nel IV secolo erano ormai o vinte o decadute.
4 Liv. XXVIII, 10, 11: cfr. XXIX, 36, 10.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (577/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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