Storia di Roma di Ettore Pais
CRITICA DELLA BATTAGLIA DI CAMARS E DI SENTINO. 531
importanza universale, essi destavano, come apprendiamo tuttora da un breve frammento di Duride, (*) l'attenzione del mondo greco. Ma più ci accostiamo al periodo storico, le falsificazioni, le duplicazioni, anziché scemare aumentano. Vale a dire, la narrazione più diffusa, la liviana, consta di varie versioni, che esprimevano notizie differenti ed anche opposte, create per favorire diverse famiglie. Rispetto alla guerra contro i Galli vediamo far capolino le pretese dei Manli e dei Valeri, resisi celebri in singolari duelli contro codesta gente sino dal secolo precedente. Console nel 299 ed incaricato di tener testa ai nemici è T. Manlio Torquato; ma per far posto ad un Valerio, per accordare a costui l'onore di una splendida campagna, lo si fa morire. È questo espediente, che ricorre in modo più o meno variato per altri magistrati, è quello stesso che ritroviamo a proposito di Manlio, il console che nel 480 avrebbe combattuto contro gli Etruschi. (2) Non insistiamo nel confutare il racconto romano rispetto alle vittorie di questo tempo, perchè la narrazione polibiana ci ha insegnato da molto tempo quale valore esse abbiano. (3) Preferiamo osservare come le memorie dei Cornelì trovassero modo di render cospicue le proprie gesta contro i Galli. Pochi giorni prima della battaglia di Sentino uno Scipione, anziché aver patito grave sconfitta, avrebbe ristabilito la vittoria contro i Galli od Umbri. Questa pretesa vittoria era però ignota ad alcuni annali, che raccontavano della distruzione di un'intera legione.
v) V. s. p. 433, n. 4; cfr. oltre p. 537, n. 2.
(2) Liv. X, 11 ad a. 299 a. C. : a T. Manlio consuli provincia Etruria sorte evenit; qui vixdum ingressus liostium finis cum exerceretur inter equites, ab rapido cursu circumagendo equo effusus extemplo prope expiravit. tertius ab eo casu dies finis vitae consuli fuit „. Cfr. Dion. IIal. IX, 12 ad a. 480 a. C.: èv xo'j'fp t;(b spyco ó ys iliXXiog Orcazoq sxpor^wv ajia xoig ìtitcsOcuv, szsiSy] 6
src:pjyxaTcVsyw&ecs xat àSóvaxo; tòv àvaoxvjoai òkò TzXrftovg xpaujiaxtov &icGd>vrj?x6i xxX.; Liv. II, 47, 7. Intorno alla natura e frequenza di questi espedienti, con cui i supremi magistrati venivano tolti dal campo delle operazioni, v. oltre.
(3) Cfr. s. p. 106.
(4i Liv. X, 26, 12, dopo aver rammentato sulla fede di u quidam auctores „ la distruzione di una intera legione a Clusio, comandata dal propretore Coruelio Scipione, ed i Galli, che avrebbero fatto pompa delle teste dei Romani uccisi, mentre cantavano inni di vittoria, aggiunge: sunt qui Umbros fuisse non Gallos
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (578/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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