Storia di Roma di Ettore Pais

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      536 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'lNTERV. DI PIRRO.
      11 confronto d'altra parte di quanto è narrato per le gesta di Fabio per il 295 con ciò che gli viene attribuito per il 310, mostra come i medesimi avvenimenti fossero assegnati a diversi anni. Notammo di già quanto sia improbabile che nel 310 Fabio Rulli ano avesse compiuto tutte quelle gloriose imprese, che abbiamo di già
      a. 296, ossia di Fabio, Decio o di Volumnio; 18, 7: u litteras ad collegam ac-cersendum ex Samnio inissas in trinis annalibus invenio: piget tamen id certuni ponere cet. „ ; X, 22, 2: u Fabii oratio fuit qualis biennio ante „ (ossia come nel 298 cfr. X, 13; 15); X, 22, 9: u consules creati Q. Fabius et P. Decius, Ap. Claudius praetor, omnes absentes, et L. Volumnio ex senatus consulto et scito plebis prorogatimi in annulli imperium est „. Importante è pure la discussione del 295 sulla divisione delle provincie X, 24, 2, quanto si racconta sul doppio vallo di Appio, ib. 25, 7; cfr. X, 25, 12, ove si dice che Fabio si recò a Roma: u sive ipse sponte sua... sive senatus consulto accitus, nani in utrumque auctores sunt. ab Ap. Claudio praetore retractum quidam videri volunt cet. „ ; X, 26, 5: " invenio apud quosdam extemplo consulatu inito profectos in Etruriam Fabium Deciumque sine ulla mentione sortis provinciarum certaminumque inter collegas, quae exposui. sunt quibus ne baec quidem certamina exponere satis fuerit, adiecerint et Appii criminationes de Fabio absente ad populum... conten-tionemque aliarli inter collegas, tendente Decio, ut suae quisque provinciae sorteni tueretur. constare res incipit ex eo tempore quo profecti ambo consules ad bellum sunt „.
      Con quanta poca ragione Livio potesse affermare che il racconto era sicuro dopo il principio della ostilità del 295, si ricava dalle stesse contraddizioni da lui poco dopo rilevate, X, 26; 30, sia che parli della giornata di Camars, sia di quella di Sentino, e che abbiamo sopra esaminate. Parrebbe però che la tradizione fosse compatta nel contrapporre le gesta di Fabio e di Decio, colleghi fra loro amici, a quelle di Appio Claudio e di Volumnio. Ma mentre v'erano versioni secondo cui Fabio e Decio avrebbero proceduto di buon accordo (v. Liv. X, 13, 13: u P. Decium expertum milii concordi collegio vivum dignum vobis, dignum parente suo, quaeso mecum consulem faciatis, „ dall'altro canto è detto che i plebei contro i patrici e con dolore di Fabio, volevano che la u provincia Etruria p fosse data a Decio, Liv. X, 24, 3. Cosi mentre Appio è rappresentato come rivale di Volumnio nel 296 Liv. X, 18; 19, per il 307, Liv. IX, 42 (per il quale anno si anticipa ciò che si racconta nel 296) non si accenna a tale rivalità; nel 295 Appio e Volumnio agiscono di conserva: u castra coniungunt, „ Liv. X, 31, 5. La notizia di Livio, X, 26, 6: u tendente Decio ut suae quisque provinciae sortem tueretur, „ che non era riferita da tutti gli annalisti, parrebbe Peco di quella versione secondo cui ciascuno dei quattro duci avrebbe guidate le imprese del 296-295 a. C. L'esistenza di molte versioni diverse risulta anche da ciò, che mentre Appio Claudio nel 295 è fatto u praetor „ nell' Etruria (vale a dire nella regione in cui arde la guerra e che è ottenuta u extra sortem „ da Fabio, Liv. X, 24, 18), il suo collega nel consolato L. Volumnio è nominato proconsole. Così è notevole che


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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