Storia di Roma di Ettore Pais

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      CRITICA DELLA BATTAGLIA DI SENTINO.
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      fatte oggetto di esame. (*) Si aggiunga che per il 295, da alcuni si ammetteva, da altri si negava, la presenza degli Umbri fra i nemici. (2) Ciò richiama l'attenzione alla guerra del 310 a. C., durante la quale si parla pure della lotta sostenuta dagli Umbri della plaga Materina. In tal plaga è forse da riconoscere la sede dei " Matili-cates, „ ossia degli abitatori di Matelica presso Camerino. (3) La stessa menzione di Camerino, che appare strana per il 310, ove si parla della fantastica esplorazione del fratello di Q. Fabio nei paesi posti a nord e ad est della selva Ciminia, è assai più spiegabile per il 295, in cui i rapporti con le genti umbre erano resi inevitabili dal complesso degli avvenimenti. Anche la discutibile vittoria su Perugia nel 310, a cui tien dietro una tregua di trent'anni con Cortona, Arezzo e Perugia, che l'avrebbero violata, dando occasione ad un nuovo fatto d'armi ed alla capitolazione di quest'ultima città, non disdice agli avvenimenti del 295, durante i quali si parla dell'arrivo di Q. Fabio ad Aharna presso Perugia, delle perdite patite dai Perugini, e di nuovo si discorre della tregua accordata a quei di Arezzo e di Perugia. (4)
      Certo a favore della versione abbastanza antica, che facevanel 807, in cui Appio Claudio è console la prima volta, Q. Fabio Rulliano è fatto proconsole Liv. IX, 42. Proconsolato e pretura, come rileveremo tosto, sono gli espedienti con cui gli annalisti più recenti cercavano conciliare od eludere le divergenze delle contradditorie redazioni dei fasti e delle memorie domestiche.
      o Y. s. p. 519 sgg.
      (2) Liv. X, 26; cfr. 30, 2. La versione che parlava degli Umbri a Sentino accennava anche ai Tusci. Secondo questa versione, che Livio respingeva come esagerata, ci sarebbero stati dei nemici: tt deciens centena milia „. Ma è curioso che secondo Duride apd Diod. VI, 2 in codesta battaglia àvflpsxbjsocv òtcò 'Pco^attov aP:ou u-axsùovxog céxa puptaSsg. Poiché di Duride e di Diodoro abbiamo solo un miserabile estratto non è il caso di pensare che Duride facesse parola soltanto, come la versione respinta da Livio, dei centomila nemici presenti a Sentino? Ad ogni modo questo frammento di Duride sta a dimostrare con quanto arbitrio e quanta leggerezza molti dei critici moderni reputino costante allargamento o falsificazione della recente annalistica sillana ciò che in qualche caso può essere stato di già raccontato da storici greci italioti, e sicelioti e ripetuto dai più antichi annalisti come Fabio Pittore o Postumio Albino.
      (3) Liv. IX, 41; questa identificazione del resto è tutt'altro che sicura.
      (4) Liv. IX, 37, 11; 25, 4; 30, 2; 37, 4.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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