Storia di Roma di Ettore Pais

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      538 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'lNTERV. DI PIRRO.
      Fabio e Decio gli eroi della giornata di Sentino, non si potrebbe riferire il particolare del sacrificio di Decio, dacché codesto particolare ricompare, come notammo, altre due volte, e non abbiamo modo certo di stabilire per quale o quali avvenimenti possa realmente considerarsi storico. (*) Non è poi il caso di dar valore al racconto, che L. Volumnio, anziché a Sentino, faceva combattere a Tiferno. Giovi infatti ricordare che il racconto intorno al passo di Tiferno visitato due anzi tre volte dai Romani, occupa nella storia degli ultimi anni delle guerre sannitiche su per giù quel posto che nei primi anni hanno le vicende di Saticula e delle Forche Caudine. Il passo di Tiferno, oltre al nostro Volumnio nel 295, avrebbero superato, come già dicemmo, un Postumio nel 305, Q. Fabio nel 298, vale a dire quello stesso personaggio che da un'altra versione sarebbe stato appunto sostituito da L. Volumnio nella giornata di Sentino. (2) Nè dobbiamo infine passare sotto silenzio che anche i Postumi, che rivaleggiavano con i Fabì e con i Vo-lumnì nel ragionare di una vittoria a Tiferno, rispetto alla guerra etrusca del 295 e del 294 si vantavano di quei successi che da altri vediamo riferiti ad un Fabio. (3) In breve da qualunque lato si
      (*) Abbiamo già registrato tutte le varie notizie e tradizioni sul sacrificio dei Deci (s. p. 261, n. 2; 431, n. 2). Non porge un punto sicuro di partenza la circostanza che stando a Tzetze, ad Lycopli. 1378, Duride contemporaneo agli avvenimenti, avrebbe parlato della morte di Decio, dacché facendosi bensì menzione di Sanniti e di Etruschi da un lato, ma dicendosi dalPaltro che quel Decio che si sacrificò era collega di Manlio Torquato, si capisce che Tzetze confuse la battaglia di Suessa o di Veseris del 340 con quella di Sentino del 295, e non si ricava quale fosse la versione accolta da Duride. Il fatto che Duridis apd Diod. XXI, fr. 6, parlava della battaglia di Sentino non esclude che questo dotto scrittore ricordasse anche quella di Veseris, la quale per gli storici greci, non meno che per i Greci della Campania, dovette avere importanza capitale.
      (2) Liv. IX, 44; X, 14; cfr. X, 30.
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      (3) E assai probabile che qualcuna delle versioni, le quali escludevano che gli Etruschi dall'astuzia di Q. Fabio e dall'intervento dei propretori Gn. Fulvio e Li. Postumio fossero stati impediti dal recarsi nel campo di Sentino, e che anzi gli Etruschi dicevano presenti a quella battaglia, e vi facevano pur combattere L. Volumnio, Liv. X, 30, 6, affermassero che vi aveva pur preso parte L. Postumio. Certo la notizia che costui nel 294 riuscì ad obbligare Volsinì, Perugia ed Arezzo a chiedere pace per quarantanni e che avrebbe chiesto il trionfo per aver domato gli Etruschi ed i Sanniti, Liv. X, 37, 8, trionfo che gli sarebbe stato


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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